Votes taken by skywalker.

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    Ugh, sto avendo un bel po di problemi con il pc in questi giorni, spero che sabato mio padre riesca a risolve tutto. Giuro che non vi ho abbandonato e.e
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    Scusate la poca presenza ma condividere il pc di mia sorella non funziona molto bene visto che anche lei ha role su role a cui rispondere c_c Tra il 5 e il 6 comunque torna finalmente mio padre e avrà con se il mio pc nuovo *^* Appena ci metto mano rispondo alle role e spero di tornare più presente ❤️❤️
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    26 years ◆ Sensate ◆ Trauma surgeon ◆ single ◆ Santa Monica ◆ sheetoutfit
    Mavi James Lightwood
    Little darling, it's been a long cold lonely winter. Little darling, it feels like years since it's been here. Here comes the sun, here comes the sun. And I say it's all right.
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    With great power comes a ton of weird crap that you are not prepared to deal with.
    E
    ra da un po' di tempo che Mavi non incontrava qualcuno di interessante come Kellan. Normalmente le sue giornate erano sempre divise tra il lavoro e Maverick, e la cosa le lasciava ben poco tempo libero. Quel poco tempo che aveva, preferiva passarlo con Zooey, il che risultava con lei che non faceva mai nuove conoscenze. Non che la cosa non le andasse bene, Zooey era una delle sue persone preferite e passare il tempo con lei la faceva stare davvero bene. Era comunque interessante, però, incontrare gente che non fosse il solito collega di lavoro. Certo, c'erano anche quegli strani incontri con gente mai vista prima, in città in cui non era mai stata; ma Kellan era finalmente qualcuno che le sembrava davvero interessante, qualcuno diverso dal solito.
    É un sollievo, voglio dire io e te parliamo la stessa lingua... Fa quasi impressione trovarmi di fronte a qualcuno che non si è lasciato abbagliare dal luccichio di quel mondo. Le parole del ragazzo fecero sorridere Mavi in modo divertito; era convinta che Camille Hunter aveva sognato per anni che la nipote si facesse "abbagliare dal luccichio di quel mondo", e probabilmente ancora ci sperava. "Dopo tutti quegli anni passati ad indossare vestiti che mi facevano somigliare terribilmente ad una meringa, e a dover sorridere a colleghi di mio nonno che mi parlavano di cose che una bambina non capirebbe mai; credo di voler solo dare fuoco a tutte le cose abbagliati di quel tipo di eventi". Mavi sentiva già sua nonna, a Londra, rabbrividire al solo pensiero di sentirla parlare cosi dei suoi preziosissimi eventi. Il tono era ovviamente leggero, ormai era quasi arrivata al punto in cui tanto valeva rassegnarsi e partecipare senza pensarci troppo; ma questo non toglieva il fatto che quei posti erano davvero noiosi se non eri li per far finta di essere amico di tutti mentre, nel contempo, pensavi a quale potesse essere il modo migliore per spillargli probabilmente piu soldi.
    "Questa sera c'è uno di quegli eventi, darei il mio braccio destro per evitare di presenziare. Purtroppo ho promesso a mia madre di esserci, almeno quel tanto che basterà per dare l'idea che io approvi quel genere di situazioni e che sia di sostegno alle loro iniziative". Mavi ascolto attenta il biondo fino a che lui non termino di parlare. Capiva bene quello che intendeva; ogni volta si riprometteva di dire di no, e ogni volta si ritrovava incastrata ad una nuova funzione. Si trovava a dover promettere di partecipare perché, alla fine, ancora un po' cercava l'approvazione della nonna. No, forse non esattamente l'approvazione, probabilmente voleva soltanto farle vedere che ci teneva ancora a renderla felice e che quindi era disposta a partecipare ad eventi stupidi. Non le piaceva essere vista sempre come quella che va contro i voleri della famiglia, perché quella non era mai stata la sua intenzione, per quanto gli Hunter pensassero il contrario. "Sembra davvero l'evento più emozionante dell'anno!" Affermó con tono sarcastico.
    "Tu sei stata invitata? Potresti... Sai che ti dico? Perché non vieni con me? Sarebbe sicuramente meno penoso per me trascorrere quelle poche ore in buona compagnia e potresti conoscere mia madre da vicino..." La proposta del ragazzo fu improvvisa, tanto che Mavi rimase un attimo sorpresa prima di replicare tenendosi suo vago, almeno per il momento. "Hey! Stai per caso cercando di comprarmi?" domando accennando al fatto che andando avrebbe potuto conoscere la madre da vicino. La cosa l'allettava parecchio, infondo tutti affermavano che fosse un medico straordinario, conoscerla sarebbe stata davvero un'occasione unica.
    "Hai un figlio?" A dire la verità, Mavi aveva letteralmente appena realizzato di aver parlato di Maverick. In genere, non parlava mai del figlio subito dopo aver conosciuto qualcuno, aspettava sempre un po' e non era di certo perché se ne vergognava. Certo, qualcuno avrebbe potuto ritenere il figlio un "incidente"; ed era vero che Mavi non l'aveva pianificato, ma quello non ere il motivo per cui in genere si teneva la notizia per se. Il problema, per lei, erano sempre le domande che arrivavano dopo. Le prime erano sempre sulla linea del "Ah, quindi hai un fidanzato/sei sposata?" e, quando Mavi replicava di no, arrivava la domanda che odiava più di tutte: "E il padre?" Non le piaceva parlare di quell'argomento, per nulla. Il padre di suo figlio aveva deciso di sparire e Mavi stava bene anche così, meglio non avere persone del genere intorno no? Soprattutto persone che prima ti promettono di esserci e poi spariscono di punto in bianco senza dire una parola. "Si.. Ha due anni", disse alla fine con tono gentile e un lieve sorriso prendendo a giocare nervosamente con le mani, troppo preoccupata che le sarebbe arrivata quella domanda da un momento all'altro per rendersi conto di come aveva reagito Kellan alla notizia. Quando però la domanda non sembrò arrivare, Mavi iniziò a rilassarsi di nuovo. Sperava soltanto che lui non si fosse accorto della sua reazione.
    "No, per molto tempo sono stato alla deriva. Ma ero una persona diversa, un tipo che ad oggi non sarei stato fiero di portare in giro..." Mavi era realmente interessata a quello che Kellan aveva da dire; il ragazzo sembrava seriamente "pentito" di quello che era successo in passato. A guardarlo cosi non avrebbe mai detto che potesse essere uno che poteva aver causato problemi o cose del genere ; aveva più l'aria da vero e proprio principe azzurro, ma questo Mavi non l'avrebbe mai detto a voce alta. Una piccola parte di lei voleva davvero chiedere cosa avesse combinato di così grave da parlarne con quei toni; fortunatamente James aveva abbastanza autocontrollo da sapere quando evitare certe domande, quindi rimase in silenzio mentre Kellan riprendeva a parlare. "Ma quando ho capito che questo lavoro mi appassionava e che vi ero portato mi ci sono buttato anima e corpo, so essere molto perseverante quando voglio... Ecco perche non ti permetterò di rifiutare la mia offerta.
    Mavi si ritrovò a sorridere divertita dalle ultime parole di Kellan, aveva l'impressione che non scherzasse per nulla quando diceva di non accettare una risposta negativa. Stava davvero per dire di si ad una peronsa che, di fatto, aveva appena conosciuto? Era anche vero che Kellan aveva qualcosa che lo rendeva davvero interessante, e Mavi non aveva intenzione di finirla lì, voleva saperne di più. Magari avrebbe anche passato una buona serata; gli ultimi eventi di famiglia a cui aveva preso parte erano stati un vero e proprio strazio, i gemelli e William ormai approfittavano di quelle occasioni per cercare possibili clienti (non che Mavi potesse dargli torto) e lei girava per lo più a vuoto. Era più che ovvio che non potevano più fare quello che facevano da bambini, ma la rossa comunque avrebbe preferito averli attorno piuttosto che starsene da sola a far finta di apprezzare qualsiasi fosse il motivo per cui avevano invitato tutta quella gente.
    "Okay, va bene. Accetto l'invito, ma..." Rispose alla fine James, puntando per un attimo il dito contro Kellan. "...se morirò di noia anche a questo evento ti riterrò responsabile". Terminò quella che doveva essere una minaccia, ma che era ovviamente stata detta con un tono divertito. Era abbastanza sicura che non si sarebbe annoiata neanche per un secondo in compagnia del biondo. Le avrebbe fatto più che bene andare; oltre al fatto che non aveva mai molte possibilità di andarsene in giro per svago, si sta a avvicinando anche uno dei suoi soliti viaggi a Londra dalla famiglia, e lì si che avrebbe dovuto affrontare serate terribili.
    "Credo che se tu e i miei fratelli provaste a lavorare insieme, probabilmente finireste per conquistare una città intera", disse osservandolo di nuovo, il sorriso divertito ancora stampato in faccia. "Sembrate avere lo stesso livello di testardaggine", aggiunse subito dopo come a spiegare cosa intendeva. Ci credeva davvero, i gemelli se si mettevano in testa una cosa difficilmente la lasciavano perdere; Kellan, a quanto sembrava, era altrettanto testardo.
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    Okay, mi devo scusare per l'assenza ma la mamma di sti ragazzini sta settimana e la prossima mi tiene tipo in ostaggio ç_ç
    Proverò a rispondere a tutto entro questa domenica, e scusatemi se fino alla fine della prossima settimana ci sarò pochissimo ç_ç
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    Sapete che io mi scordo le cose quindi vi devo avvertire secoli prima ç_ç
    Me ne torno quattro giorni a casa quindi dal 26 al 29 non ci sarò. Passerò dal tablet o dal cellulare ovviamente, anche perchè avrò il wi-fi di casa mia, ma non mi porterò il PC perchè è mezzo scassato e so sicura che se me lo porto dietro questo sarà l'ultimo viaggio che accetterà di fare in vita sua e.e
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    Mavi James Lightwood
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    I
    l tono del ragazzo, quando riprese a parlare, indicava palesemente il fatto che quello non era il suo argomento preferito, Mavi si sentì un po' in colpa per aver fatto quella domanda sulla madre poco prima. "Specialmente nel mio caso… Dopotutto parla già abbastanza di loro la cronaca mondana con i titoletti stampati in prima pagina sui grandiosi party organizzati per quella o quest’altra cena di beneficenza!" Mavi prese a rigirasi il calice vuoto tra le mani mentre Kellan finiva di parlare. Lasciò uscire uno sbuffo divertito, non perchè trovava effettivamente divertente la cosa, ma perchè capiva bene cosa il biondo intendesse. La cosa buona è che lei era sempre stata più o meno circondata dai fratelli che le rendevano quelle serate meno noiose o che almeno provavano a farlo; l'aria contrita del ragazzo invece sembrava intendere che lui non aveva avuto gli stessi "svaghi" durante quelle serate. Quelle poche volte che i fratelli non avevano presenziato a quegli eventi, le ore non erano passate così facilmente come al solito; quindi poteva immaginare il motivo per cui non piacevano a Kellan. "Ah! Le cene di beneficenza, le mie preferite..." replicò con un tono che faceva capire come in realtà non le piacessero per nulla, stava cercando di provare a tirare su il morale al biondo, ma forse quello era il modo sbagliato. "Tutte quelle brave persone che fanno a gara a chi spende più soldi. Per beneficenza, ovviamente, assolutamente non per finire sulla prima pagina del giornale il giorno dopo", terminò di dire alzando per un secondo gli occhi al cielo.
    Lasciò andare il calice di vetro sul bancone e si mise a sedere meglio sullo sgabello, lisciandosi automaticamente la gonna del vestito mentre ascoltava quello che Kellan aveva da dire, il tono di voce sembrava essere di nuovo più allegro e non irritato come pochi secondi prima, doveva avere dei seri problemi con la sua famiglia se il solo nominarli lo innervosiva in quel modo. Mavi non era di certo la persona più adatta per metterci bocca visto come se la cavava lei con la famiglia della madre. "Beh mi sarei immaginato un lavoro solo apparentemente comune, ma che sicuramente tu svolgessi con molta passione. Sembri il tipo di persona che non si lascia semplicemente scivolare le cose addosso… magari la proprietaria di un negozio di fiori o una maestra elementare… no.. troppo innocente con quella criniera rosso fuoco" James era rimasta ad ascoltarlo attentamente, un sorriso divertito sul viso per tutto il tempo e, quando lui finì di parlare, ridacchiò piano alle sue parole prima di replicare. "Sai che un negozio di fiori non mi dispiacerebbe per nulla? Meno problematico e molto meno stressante di un ospedale", si ritrovò a replicare pensando per una frazione di secondo a come sarebbe la sua vita se, al posto del medico, avesse aperto un negozio di fiori. Si, decisamente meno tragico e più rilassante. "La maestra credo sia assolutamente un no, ho già un piccolo uragano a casa che mi basta ed avanza. Non potrei mai gestirne 20 chiusi tutti in una classe", scherzò sempre rivolta a Kellan. Poi il ragazzo disse qualcosa di piuttosto serio; "Forse stavo semplicemente immaginandoti in un ambiente dove le persone non tentano di ammazzarsi l’una con l’altra per un intervento in più, per vedere pubblicati i risultati delle loro ricerche o dove il vero significato del proprio lavoro lo si riesca ancor a preservare, senza che i soldi, i finanziamenti e tutta la burocrazia che sta dietro ad un’azienda ospedaliera non prendano il sopravvento su ciò che conta davvero. Non sembri appartenere a quello schema… Ma magari mi sbaglio", Mavi rimase un attimo in silenzio, come per assorbire bene quello che le era stato appena detto.
    Era un dottore da poco, poco più di tre anni, ma aveva già assistito a parecchi di quegli "eventi" descritti dal biondo di fianco a lei. Non era per nulla pochi, infatti, i medici che realmente litigavano per chi dovesse fare quale operazione; e non stava pensando a gente appena arrivata che voleva scalare gli altri per arrivare ad essere il migliore, ma anche di medici che lavoravano ormai da anni. Come aveva detto Kellan, molte erano le cose che purtroppo rendevano l'ambiente ospedaliero per nulla perfetto, ma quello non era mai stato il motivo per cui la rossa aveva deciso di intraprendere quella carriera. Certo che le sarebbe piaciuto diventare un medico eccellente, ma non era per potersene poi vantare. Diventare un grande medico voleva dire, per lei, che aveva combinato qualcosa di buono nella chirurgia d'emergenza e che aveva lasciato magari un segno. Sperava di non diventare mai un medico di quelli che si preoccupano solo della fama e delle apparenze, aveva sempre la paura di diventare esattamente come sua nonna, e anche un po' come sua madre, che somigliavano spaventosamente a quei medici descritti da Kellan. "Parlami un po’ di te, hai sempre sognato di intraprendere questa professione? O sognavi come tutte le bambine di diventare una ballerina? O magari una star del cinema?!" Questa volta era stato lui a rallegrare i toni della conversazione, Mavi non aveva risposto neanche a quello che aveva affermato prima, era finita così sovrappensiero che non si era resa conto di quello che le accadeva intorno. Tornò a sorridere al biondo prima di rispondergli, finalmente. "Uhm, ho avuto la mia fase 'da grande sarò una principessa', ma è durata ben poco, i miei fratelli mi hanno distrutto il sogno, scherzò ridacchiando di nuovo. Però, si, non l'ho sognato esattamente da sempre, ma è da quando ho 16 anni che continuo a pensare che il medico è la strada giusta per me, aggiunse con un altro piccolo sorriso rivolto a Kellan. La mia vita non è esattamente così interessante, come vedi terminò con una mezza alzata di spalle. Tu piuttosto, hai sempre voluto fare il broker? Era davvero curiosa della risposta, i gemelli erano entrati dritti a far parte di una delle aziende degli Hunter subito dopo il college; certo se la cavavano alla grande e Mavi era sicura che avrebbero avuto lo stesso successo anche da soli, ma quella che gli aveva dato Edward Hunter era una spinta non poco indifferente. Era curiosa di sapere come invece il biondo avesse intrapreso quella carriera; da come parlava dei genitori non sembrava uno di quelli che si faceva aiutare, ma piuttosto uno di quelli che fa tutto da solo.
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    CITAZIONE (myricæ @ 2/4/2017, 13:29)
    Visto che ho appena rinnovato un profilo FB tutto per i gdr/forum ve lo linko: Nora Myr
    Per il resto, sono molto poco social u.u

    *inizia a scorrazzare per i vostri tumblr con non chalance*

    Mi hai ricordato che ho anche io il profilo FB per i gdr, mi ero completamente dimenticata e.e

    CITAZIONE (badhabits. @ 2/4/2017, 13:44)
    pfffff io ormai uso praticamente solo instagram, voi lo avete?

    Scherzi? Io sono fin troppo dipendente da instagram *O*
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    Mavi James Lightwood
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    Q
    uando aveva 5 anni, si era chiesta per la prima volta il senso di quelle cene formali della famiglia di sua madre, per essere più precisi si era ritrovata a chiedere a sua nonna per quale motivo erano tutti così "tristi" durante quegli eventi. Aveva aggiunto che a "casa di nonno Henry le persone erano sempre tutte carine". Non aveva ricevuto una risposta, Camille aveva detto qualcosa a proposito del fatto che le bambine ben educate non facevano domande del genere, aveva sistemato il fiocco nei capelli della nipote ed era uscita dalla stanza senza un'altra parola. Era probabilmente stato quello il momento in cui sua nonna aveva deciso che sua nipote le avrebbe dato non pochi problemi. Eppure la domanda della bambina era stata fatta soltanto per pura curiosità ed era stata del tutto innocente. Ogni volta che ripensava al rapporto che aveva con la nonna i sensi di colpa non erano pochi; Mavi, crescendo, aveva fatto in modo di compiacere la nonna il più possibile e gli unici momenti in cui la nonna aveva mostrato un barlume di soddisfazione erano stati quelli in cui la rossa le riportava eccellenti voti da scuola. Poi, però, Mavi si era trasferita negli Stati Uniti e quel poco di orgoglio che sua nonna aveva per lei si era completamente volatilizzato. Sapeva che la nonna era sempre stata così, non mostrava mai molto affetto, non l'aveva fatto neanche con i suoi figli, ma questo non voleva dire che a Mavi andasse bene la cosa. Lei, da parte sua, le voleva davvero bene anche se tra di loro c'erano continue discussioni e sguardi di disapprovazione su come la ragazza ancora non si era decisa a tornare tra i ranghi della famiglia Hunter come avevano fatto i gemelli. Quel posto la stava facendo pensare a cose a cui non voleva di certo pensare durante quella che vedeva un po' come una vacanza. Era decisamente meglio concentrarsi invece sull'uomo di fianco a lei, continuare la conversazione l'avrebbe tenuta con la mente ben lontana da ricordi poco felici.
    Mi dispiace, Mavi gli sorrise prima di replicare con una lieve alzata di spalle. "Me lo sarei dovuta aspettare, non è esattamente noto come quello più puntuale". Sul suo volto apparve di nuovo un mezzo sorriso, come già detto, a Max l'avrebbe fatta pagare in qualche modo, più che altro perchè per aspettare lui aveva saltato il pranzo.
    E’ mia madre in effetti, dopo il matrimonio ha scelto di mantenere il cognome di mio padre, uno dei più grandi e generosi contribuenti del Chicago Med, le parole di Kellan le sembrarono quasi recitate, l'aveva detto come un testo imparato a memoria per la scuola, e Mavi non mancò di notarlo. Apparentemente non era l'unica ad avere qualche problema con i parenti. Mavi si sentì in dovere di rimediare alla cosa, anche se non sapeva bene cosa ci fosse che non andava e gli sorrise quasi timidamente prima di aprire bocca. "Oh...questo spiega un po' di cose" riuscì soltanto a dire prima di prendere un altro sorso di vino e rendersi conto che aveva fatto tutto tranne che rimediare a quella che -era convinta- fosse stata una domanda sbagliata da fare al giovane. "Uh..ehm, intendo dire che ora capisco perchè al Chicago Med gli altri medici non parlavano di altro". Non era per nulla sicura di aver risolto nulla a dirla tutta. "Però posso capire perchè non esattamente una cosa di cui si vuole parlare", aggiunse spostando gli occhi su Kellan solo per un secondo, prima di prendere di nuovo in mano il calice di vino. Sua nonna, e la famiglia di sua madre in generale aveva donato così tanti soldi in firo per Londra che Mavi aveva perso il conto, ma quella che non si dimenticherà mai è la sua scuola, o meglio, la scuola a cui erano andati sia lei che i suoi fratelli. Dopo il trasferimento negli USA pensava di essersi liberata da tutta quella gente che conosceva i suoi nonni; ma non era stata affatto raro incappare in qualcuno che, una volta capito chi fosse, si lanciasse a lodare gli Hunter per chissà quale nuovo successo. A Mavi non era mai piaciuto essere nota come la nipote di Camille ed Edward Hunter, quindi poteva capire il biondo.
    Notevole. Avrei immaginato qualcosa di diverso, ma provo molto rispetto per chi fa una scelta così altruista, la rossa rimase un po' incuriosita dalla frase, e non ci mise molto a dare aria a quello che le era subito ronzato per la testa. "Ora sono decisamente curiosa di sapere a cosa avevi pensato", affermò con un sorrisetto divertito prima di ascoltare con altrettanta curiosità di cosa si occupasse l'uomo. Sono un broker finanziario dell Dean Witter. Niente di eccezionale, non salvo vite come te Mavi Lightwood… Ma a modo mio offro delle opportunità sì. Mavi aveva appena finito l'ultimo sorso di vino e scosse appena la testa alle parole di Kellan, posando il calice delicatamente sul bancone nel contempo. "Niente di speciale?" affermò con un nuovo sorriso. "Io lo trovo piuttosto interessante; i miei fratelli...loro si occupano della stessa cosa, e devo ammettere che mi ha sempre affascinato il modo in cui gestiscono tutto, probabilmente al posto vostro non saprei neanche dove mettere mano o da dove iniziare, ma direi che è tutt'altro che 'niente di eccezionale'". Chris e Julian erano sempre pieni di affari da concludere e Mavi non aveva idea di come gestissero trattative, e soprattutto tutti quei soldi, senza andare nel panico totale. Sapeva di non essere per nulla tagliata per quel genere di cose, mantenere la calma in un caso di emergenza all'ospedale era un gioco da ragazzi, ma essere un broker le metteva ansia al solo pensiero.
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    uel posto le ricordava parecchio l'atmosfera che si respirava quando doveva partecipare ad eventi della famiglia Hunter, era tutto così serio e tutti erano così "rigidi", per una che viveva di sarcasmo non era mai stato l'ideale essere circondata da persone di quel tipo. D'altra parte, era anche colpa sua visto che l'hotel se l'era scelto con cura smisurata. Non le erano mai mancate quelle situazioni, o gli sguardi di rimprovero della nonna e della madre, ma di certo le mancavano i momenti passati con i fratelli a cercare un modo per rendere le serate meno noiose e infinite di quello che erano. I gemelli finivano sempre per trovare qualcosa di geniale da fare ovviamente. Come non le mancavano per nulla neanche quegli abiti troppo pomposi in cui la infilavano da bambina, tutti di alta sartoria perchè non sia mai che i nipoti di Camille e Edward Hunter fossero vestiti in modo poco appropriato. A volte non capiva proprio quel modo di comportarsi, non metteva in dubbio che i suoi nonni le volessero bene, ma il loro modo di mostrarlo non era per nulla uno dei migliori. Tanto per fare un esempio, l'ultima volta che era stata a Londra, sua nonna e sua madre avevano regalato un completo di un'ottima sartoria italiana a Maverick, fin troppo simile a quello che stava indossando in quel momento il ragazzo accanto a lei; come se un bambino di due anni potesse davvero apprezzare una cosa di quel tipo. Ovviamente lui si aspettava qualcosa di completamente diverso da parte di suo nonna, e dire che ci era rimasto male era dire poco.
    Direi zero, non è un crimine essere inesperti, anzi per quanto possa valere la mia opinione è quasi un sollievo incontrare qualcuno che non conosca a memoria le offerte di posti come questo. Data l'ora ti consiglierei di non prendere niente di troppo forte, soprattutto se ancora a stomaco vuoto... Un bicchiere di bianco ghiacciato grazie! Il ragazzo aveva fatto un lieve sorriso, cosa che Mavi aveva ricambiato prima di replicare alle sue parole. "Diciamo che più che inesperta sono molto arrugginita sull'argomento" affermò arricciando il naso in una piccola smorfia, osservando per un secondo il barista che si muoveva per preparare l'ordine. Okay, forse era anche un tantino inesperta, soprattutto quando si trattava di superalcolici o cose del genere, sembravano trovare nuovi drink con nomi improbabili ogni secondo non li avrebbe mai ricordati tutti; un bicchiere di vino però non sembrava per nulla male, anzi. Un appuntamento saltato? Mavi aveva preso giusto un'altra nocciolina tra le mani quando il biondo le chiese quella cosa, spostò lo sguardo verso di lui con un mezzo sorriso. "Vatti a fidare dei colleghi..." replicò alzando gli occhi al cielo. La frase andava ovviamente a confermare la domanda che le era stata posta. L'avrebbe fatta pagare a Max in qualche modo, non sapeva ancora come, ma sarebbe successo. Infilò poi la nocciolina in bocca promettendosi che quella sarebbe stata l'ultima. In genere, se poteva, non saltava i pasti. Quella di certo non era la prima volta che accedeva, quando aveva turni particolarmente pieni finiva con il non riuscire a mangiare nulla per ore, a volte lo dimenticava completamente. Non sarebbe morta di fame, quello era sicuro, anche perchè in fondo qualcosina l'aveva sgranocchiata al Chicago Med durante le pause.
    Kellan Pryor, piacere, il ragazzo le aveva allungato la mano presentandosi. Mavi aggrottò per un secondo le sopracciglia, pensierosa, mentre allungava una mano a sua volta per stringere quella di Kellan. "Mavi Lightwood, piacere mio", si presentò a sua volta con un nuovo sorriso sul viso. Poi, però, non riuscì a trattenersi; "Pryor come il primario di Chirurgia?" domandò lasciandogli la mano e prendendo un piccolo sorso dal bicchiere di vino che era appena arrivato. Era per quello che aveva assunto un'aria pensierosa qualche secondo prima, forse si sarebbe dovuta fare gli affari suoi invece. Aveva appena passato la mattinata al Chicago Med ed era più che sicura che era quello il cognome che aveva sentito più volte in giro per l'ospedale, era un po' difficile dimenticarselo quando veniva ripetuto fino allo sfinimento da medici ed infermieri. D'altro canto, però, potevano non essere imparentati e lei sembrava solo strana come al solito suo. Nulla di nuovo insomma. Ancora invidiava un bel po' quel posto, tra le altre cose, tutte quelle macchine nuove e i reparti in perfetto ordine, le sembrava un sogno. Forse per la prima volta le sarebbe dispiaciuto tornare a casa dopo solo una settimana, se non fosse stato per Maverick.
    Di cosa ti occupi...? Le parole del biondo la fecero ripiombare nel presente, doveva smetterla di pensarci, era patetico. Gli sorrise di nuovo e si passò una mano tra i capelli, come per sistemarli, prima di rispondergli. "Traumatologia e Chirurgia d'emergenza", disse sorridente, andava piuttosto fiera del suo lavoro, su quello non c'erano mai dubbi. "E tu?", domandò osservandolo ancora e prendendo nel contempo un altro sorso di vino. Sembrava un perfetto uomo d'affari, ma infondo Mavi non era brava ad indovinare quel tipo di cose, le poche volte che aveva provato a farlo era finita con una delle sue solite figuracce e ad uno degli eventi super importanti della famiglia di sua madre tra l'altro. Il diretto interessato l'aveva presa sul ridere, sua nonna era prima sbiancata per l'imbarazzo e poi era diventata nera dalla rabbia. Mavi c'è ne aveva messo di tempo per farsi perdonare.
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    L'
    essere in ritardo era una cosa che Mavi non riusciva proprio a concepire. Era sempre stata una persona piuttosto precisa, a volte fin troppo certo, ma credeva che fosse meglio così, d'altra parte il suo lavoro richiedeva precisione tra le altre cose e l'essere in orario rientrava in quelle categoria. Le piaceva avere le cose ben sotto controllo, e la gente in ritardo non riusciva a controllarla per ovvi motivi. Max, da parte sua, non aveva ricevuto il memo e, dopo un'ora di ritardo, aveva deciso di mandare un misero messaggio per dirle che non avrebbe fatto in tempo a raggiungerla per pranzo. "Fatto in tempo", cosa altro si era messo a fare dopo il convegno? Solo qualche ora prima sembrava non avere neanche voglia di vivere!
    A Mavi uscì un mezzo sbuffo nervoso e posò annoiata il cellulare sul bancone, aveva appena perso un'intera ora in cui avrebbe potuto mangiare e soprattutto parlare un po' di più con suo figlio. Scosse appena la testa e finì il suo drink prima di prendere un paio di noccioline. Non aveva esattamente idea di cosa aveva appena mandato giù, ma non sembrava male. Mettiamo le cose in chiaro; Mavi non era mai stata una grande bevitrice. Prima di Maverick, ovviamente beveva, ma non era mai stata una di quelle persone che tendevano ad andare oltre i limiti, quello sarebbe rientrato in pieno nel non avere le cose sotto controllo. Quelle volte che capitava era quando era con la sua migliore amica e non succedevano così spesso uscite di quel genere. Per lo più si ritrovava a bere quando tornava a Londra e usciva con i fratelli per fare il resoconto di tutto quello che era accaduto nelle loro vite, e per lo più bevevano birra, mai nulla di così sofisticato; era tutto molto tranquillo, il tutto per la gioia di sua madre che rabbrividiva al solo pensiero dei sui amatissimi figli "buttati" in chissà quale pub inglese. Suo padre e suo nonno, al contrario, approvavano appieno, anche perchè a suggerire i pub migliori di Londra erano loro.
    I fratelli Lightwood era stati fin da piccoli abituati a prendere parti ad eventi completamenti opposti a quelli che si potevano trovare in pub sperduti dell'Inghilterra. La famiglia di sua madre era più che conosciuta e i suoi nonni finivano sempre per dare feste in modo da tenere quelli che Christopher chiamava "tentacoli" sulla gente più importante. Anche la famiglia di suo padre aveva ospitato eventi di quel tipo, ma al contrario degli altri, il tutto era sempre molto rilassato rispetto agli Hunter.
    Detto questo, erano circa tre anni che Mavi non toccava roba alcolica, da quando aveva scoperto di essere incinta di Maverick; dopo la sua nascita non aveva esattamente avuto così tanto tempo per uscire a suo piacere e quando si ritrovava a Londra era sempre forzata a comparire a cene di famiglia ed eventi importanti perchè, parole di sua nonna materna: "In qualche modo devi rimediare al guaio che hai combinato", e per guaio intendeva il fatto che si era ritrovata non sposata, con un bambino, e senza il padre di quest'ultimo. Non sia mai che venga fatta cattiva pubblicità agli Hunter".
    La famiglia di suo padre era stata fin da subito di grande aiuto e supporto; quella di sua madre invece aveva subito cercato modi alternativi per spiegare ad amici e clienti vari la situazione disastrosa. Mavi sotto sotto sospettava che la madre non fosse del tutto innocente e che un po' di vergognasse di lei; non che non amasse il nipote, stravedeva per lui; ma avrebbe preferito tutt'altra strada per la figlia. Erano passati ormai due anni e sua madre aveva ancora quello sguardo da "ti sei rovinata la carriera per sempre", eppure Mavi non era esattamente un medico sconosciuto e non stava tutti i giorni a girarsi i pollici.
    Ma tornando al presente; James mandò giù un altra piccola manciata di noccioline e iniziò a pensare a cosa fare del resto della sua giornata. Era forse troppo tardi ormai per ordinare qualcosa lì? Non aveva esattamente voglia di andare a scovare un ristorante per Chicago in quel momento, ci avrebbe messo un'eternità probabilmente, giusto in tempo per la cena.
    Posso offrirle qualcosa? Mavi aveva preso a rigirarsi svogliatamente tra le mani il bicchiere vuoto che aveva ancora di fronte quando quella semplice domanda catturò la sua attenzione. A dirla tutta era sicura che non fosse rivolta a lei, ma quando aveva rivolto lo sguardo verso chi aveva parlato aveva incrociato gli occhi di un ragazzo seduto un paio di posti più in là e non c'erano dubbi sul fatto che stesse parlando proprio con lei. James gli rivolse un lieve sorriso. Come già detto, di drink buoni ne aveva provati a tutti i noiosi eventi dei suoi nonni, ma non aveva mai avuto la più pallida idea di cosa ci fosse dentro, ecco perchè prima al barista aveva chiesto di portarle qualsiasi cosa e -per questo- ora non aveva la benché minima idea di cosa rispondere al biondo. Da uno a dieci quando sembrerei stupida se ti chiedessi di consigliarmi tu qualcosa di decente? replicò guardandolo per un attimo prima di prendere un'altra nocciolina. L'unica nota positiva? Almeno riusciva a tollerarlo bene l'alcool. Mavi aveva probabilmente appena fatto la prima figuraccia della giornata, davanti ad un ragazzo che non conosceva minimamente tra le altre cose. La cosa non la sorprese per nulla. Quella probabilmente sarebbe finita con l'essere solo la prima di una lunga serie.
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    Edited by skywalker. - 2/3/2017, 19:56
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    26 years ◆ Sensate ◆ Trauma surgeon ◆ single ◆ Santa Monica ◆ sheetoutfit
    Mavi James Lightwood
    Little darling, it's been a long cold lonely winter. Little darling, it feels like years since it's been here. Here comes the sun, here comes the sun. And I say it's all right.
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    With great power comes a ton of weird crap that you are not prepared to deal with.
    M
    avi aveva appena finito la lunga giornata del primo giorno di convegno che l'avrebbe trattenuta a Chicago per un'intera settimana. Il convegno era sulle tecniche mediche da usare nella medicina d'urgenza ovviamente, ma in questo caso era concentrato più sul cosa fare nel caso in cui il paziente fosse un bambino. Mettiamo le cose in chiaro, ogni nuovo convegno permetteva a Mavi di imparare, o a volte insegnare, cose nuove; quello era il motivo per cui era diventata un medico in primo luogo. Stare una settimana lontana da suo figlio però la stressava parecchio. Aveva provato per un po' a portarlo con se, ma Maverick tornava sempre a casa stranito e a quel punto Mavi aveva dovuto smettere e lasciarlo a Santa Monica ogni volta che si ritrovava a viaggiare per lavoro. Ovviamente il bambino era in buone mani e si fidava ciecamente a lasciarlo con i suoi zii, altrimenti -ansiosa com'era- non avrebbe messo neanche mezzo piede fuori dalla California. Per farla corta, quella sarebbe stata una settimana fin troppo lunga per i suoi gusti.
    Tornando al convegno; lei e Max -il suo collega- erano arrivati in Illinois di prima mattina, e con "prima mattina" intendo orari più che improponibili. Avevano avuto il turno in pronto soccorso fino alle tre del mattino, e una volta finito erano stati messi sul primo aereo con volo diretto. Dopo quasi quattro ore di volo , avevano avuto circa mezzo secondo per lasciarle le proprie cose in hotel e poi avevano iniziato quella lunga giornata di convegni chiusi dentro al Chicago Medical Center. Okay, ad essere sinceri, nonostante la sua giornata non era partita delle migliori, non appena messo piede nel Chicago Med il suo umore era decisamente migliorato. Quell'ospedale era uno dei migliori degli Stati Uniti, alcune delle attrezzature che avevano, l'ospedale di Santa Monica se le sognava quasi. Per un attimo pensò a quanto potesse essere grandioso trasferirsi a lavorare in quel posto, poi il fatto di non aver dormito quasi per nulla e l'assenza di caffeina nel suo corpo si fecero sentire e l'unica cosa a cui riuscì a pensare fu caffè. Per fortuna riuscì a mettere mano su una tazza gigante e soprattutto piena prima che iniziassero a fare tutti quei lunghi discorsi importanti a cui avrebbe dovuto prestare la sua massima attenzione. Inutile dire che la tazza venne svuotata nel giro dei primi cinque minuti. Dopo quattro seminari e una decina di tazze piene di caffè, la prima giornata arrivò al termine fortunatamente.
    Si ritrovò con Max di fronte all'entrata dell'ospedale e dopo un breve chiacchierata decisero di darsi appuntamento a cena, Max avrebbe raggiunto l'hotel in cui si trovava Mavi e avrebbero mangiato lì insieme visto che non conoscevano così bene gli altri medici e quella prima giornata di convegno non era stata di certo passata a stringere grandi amicizie. Ora, ovviamente la domanda da porsi era per quale motivo Mavi fosse in un hotel diverso da quello del suo collega. C'erano alcune cose su cui la rossa si impuntava e una di quelle erano gli hotel. L'idea di passare una vacanza o -come in questo caso- una settimana lavorativa, in un hotel non eccellente non le andava proprio giù. Viziata? Decisamente, ma era una cosa su cui non riusciva a sorvolare e quindi puntualmente si sceglieva un hotel "di lusso" che pagava di tasca sua visto che fortunatamente i soldi non erano mai stati un problema. Quella volta ne aveva trovato uno davvero ottimo nell'area del Lincoln Park, cosa che le poteva permettere di girare la città senza doversi spostare molto con i mezzi, sempre se trovava tempo libero.
    Una volta messo piedi di nuovo in hotel, si era sbrigata a salire in camera ed era crollata sul letto nel giro di pochi secondi, un pisolino le sembrava la cosa migliore visto che aveva un po' di tempo prima della cena, peccato che aveva bevuto così tanti caffè durante l'arco della giornata che era convinta di non riuscire a dormire per i prossimi otto mesi. Era stato a quel punto che aveva deciso di video-chiamare i suoi zii, così da poter chiacchierare con Maverick prima che fosse troppo tardi; metterlo a dormire sempre alla stessa ora era una cosa a cui teneva particolarmente visto il tempo che ci aveva messo per convincere il bambino a dormire da solo in camera sua.
    Dopo aver passato quasi un'ora davanti al computer a parlare con la sua famiglia, Mavi si decise a fare una doccia veloce prima di scendere a mangiare, finalmente. Una volta pronta, aveva afferrato cellulare e borsa ed era scesa al piano terra, avvicinandosi al ristorante e cercando il suo collega tra le persone già sedute e quelle in attesa di occupare un tavolo. Peccato che di Max sembrava non esserci ancora l'ombra. Con un lieve sospiro, Mavi si avvicinò al bar e si mise a sedere prima di ordinare un drink al barista. Tanto valeva ammazzare il tempo ordinando qualcosa, Max non era esattamente noto per la sua puntualità e lei lo sapeva bene.
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    Mavi A.J. Lightwood

    I drag myself out of nightmares each morning and find there’s no relief in waking.

    ■ Data di nascita + Età:
    24.11.90 (26)
    ■ Residenza:
    Santa Monica
    ■ Razza:
    Sensate
    ■ Dress:
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    Da sopra arrivavano distintamente le canzoni che Christian stava ascoltando sotto la doccia e Mavi ascoltava distratta canticchiando dietro a quelle che conosceva. L'ultima, per esempio, non l'aveva mai sentita ma non le dispiaceva mai conoscere nuovi artisti o nuove canzoni a caso.
    Purtroppo non ho trovato nulla che possa aiutarti a coprire più di quella felpa che indossi ora. Mavi si voltò sentendo Christian parlare, il ragazzo stava scendendo le scale in contemporanea con addosso una tuta che ovviamente non gli stava dieci volte. La ragazza scrollò le spalle in risposta, come a fargli intendere che non era un problema. Ti piace? Si era rigirata verso la finestra e aveva ripreso a guardare l'acqua e le onde che si infrangevano sulla riva, il buio cominciava a diventare più fitto e non si riuscivano a vedere bene come prima, ma era comunque uno spettacolo stupendo. Quel tipo di panorama la rifaceva credere parecchio sul buio. Non le sarebbe dispiaciuto passare del tempo in spiaggia di notte prima o poi, certo con qualcuno al seguito, ma comunque non le dispiaceva l'idea. Era talmente presa dai viaggi mentali che si stava facendo che quasi dimenticò la domanda di Christian. Ovvio! Rispose girandosi a guardare il ragazzo. Ovvio? Che risposta era ovvio? Probabilmente, ad avere una vista del genere fuori casa non andrei mai al lavoro, cercò di riparare alla risposta di prima. Anche Santa Monica si affacciava sull'oceano, e quando andava a trovare Zooey alla tavola calda, mentre aspettava l'amica che finiva di lavorare, passava il tempo a guardare il mare. Nonostante questo trovava la vista dell'oceano a Miami decisamente migliore.
    Mavi si decise a rimettersi in piedi nello stesso momento in cui Thor abbaiò per richiedere la sua cena. Si hai ragione, è ora della tua cena, un attimo. Alle parole di Christian il cane gli trotterellò dietro tutto contento, la ragazza seguì entrambi con lo sguardo per tutto il tempo. Fammi capire... hai già digerito quel muffin?! Il biondo si girò verso di lei con un'espressione che fece ridacchiare in modo divertito Mavi. Hey...ha bisogno di mangiare per rimanere così morbido! affermò prendendo le difese del cane. Quando Thor si fiondò sulla sua ciotola Mavi prese a rigirarsi le maniche della felpa grigia che indossava, le ci sarebbe voluto un bel po'.
    Probabilmente questa cosa ti stupirà ma sono abbastanza selettivo con le mie compagnie, e, sopratutto, ho molte altre a cui pensare al di fuori della mia vita sentimentale. Alzò lo sguardo, ancora intenta ad arrotolare la prima manica, e puntò gli occhi su Christian. Ah...sei selettivo, non me lo aspettavo gli disse con aria divertita, si stava trattenendo dal ridere, trovava il suo "essere selettivo" davvero divertente in qualche modo. E quali sono le altre cose a cui pensi? domandò, stavolta era davvero interessata alla risposta, non lo stava prendendo in giro una volta tanto. Ciò non toglie che la mia felpa ti doni abbastanza, mi piace l'effetto abito da sera pesante A Mavi uscì uno sbuffo divertito a quelle parole, finì di rigirarsi l'altra manica della felpa prima di rispondergli. Ovvio che mi dona, io sono adorabile, mi dona tutto! affermò con aria finta-seria. Non lo pensava seriamente, anzi era convinta di assomigliare più ad un sacco di patate, ma quelli erano dettagli. Christian si era seduto sopra al tavolo nel frattempo, mentre lei era ancora in piedi, a braccia conserte e a pochi passi da lui. E allora? Che vuoi fare, stellina? Stellina? Mavi ebbe un'improvvisa voglia di sbattere la testa contro il primo muro disponibile. Sembra quasi che io non ti stia dicendo da questa mattina quanto odio quei soprannomi...dimmi, forse non l'hai capito le prime duemila volte che te l'ho detto? come sempre con i modi più gentili del mondo, Mavi aveva terminato la frase con sarcasmo e aveva guardato ancora per un attimo Christian, decidendo di non rispondere alla sua domanda di proposito, come se se la fosse presa a morte. Si rigirò e prese a girare per la stanza, di nuovo incuriosita e poco incline a sentire quale sarebbe stato il prossimo soprannome che Chris avrebbe usato. Si ritrovò a guardare la parete delle foto con interesse e sorrise con aria dolce vedendo alcune delle foto di lui da piccolo. Come fa un bimbo così adorabile a diventare un rompipalle di prima categoria? domandò divertita guardando per un attimo verso Christian e indicandogli una delle foto che ritraevano un bimbo biondo dall'aria adorabile. Si girò ad ispezionare le altre foto non sapendo se aspettarsi o meno una risposta alla domanda quasi retorica che gli aveva fatto. Wow...e questo chi è? domandò fermandosi a guardare una foto piuttosto grande di un ragazzo decisamente bello. Le ci mancava poco ad avere gli occhi a cuoricino ad essere sinceri.
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    Non appena Christian l'aveva rimessa a terra, Mavi si era fermata sul posto osservando il ragazzo, o meglio studiandolo, mentre lui camminava verso la spiaggia. Come se studiandolo abbastanza alla fine sarebbe riuscita a capire quale problema avesse, o meglio, cosa gli passasse per la testa. Scosse la testa e si avvicinò al punto in cui sapeva di trovare il suo cellulare pregando che non gli fosse successo nulla. Non lo so. Aveva appena preso il cellulare tra le mani, aggottò le sopracciglia alzando lo sguardo sul ragazzo che però aveva lo sguardo puntato sul suo cane. Spesso me lo chiedo e spesso non trovo una risposta logica. Mavi aprì e chiuse la bocca un paio di volte, non riuscendo a trovare nulla da dire, completamente spiazzata da quelle parole. Christian sembrava realmente pensieroso, o almeno le era sembrato così per una frazione di secondo, prima che aggrottasse le sopracciglia e cambiasse discorso. Gli indicò un punto in lontananza e, quando Mavi si voltò a guardare, si accorse della casa.
    Senti chirurgo, è meglio che tu ti dia una sistemata prima che qualcuno ti stupri. La rossa si voltò di scatto di nuovo verso di lui lanciandogli d'istinto un'occhiataccia, espressione che cambiò non appena notò che la sua maglietta da bianca era diventata completamente trasparente. Cercò di staccarsela di dosso ma ovviamente quella le si riappiccicò sul corpo una volta lasciata andare non migliorando in nessun modo la situazione. Sospirò piano e guardo Chris avviarsi già verso la casa che le aveva indicato due secondi prima, soppesò l'idea prima di decidere che darsi un'asciugata non l'avrebbe uccisa. Non ho brutte intenzioni, eh. Non sei il mio tipo... ti ho dato solo un consiglio, poi fai quello che ti pare. Mavi sbuffò una risata, alzando in contempo gli occhi al cielo. Strano, pensavo che non avessi un tipo, del tipo "mi basta che è una donna" o cose simili commentò continuando a camminargli dietro, fermandosi ogni tanto a prendere le conchiglie che Thor le stava portando ogni due passi ed accarezzandolo sulla testa prima che scappasse a cercare altro.
    Quando Mavi raggiunse la casa, con Thor che le portò l'ultima delle conchiglie, Christian era già dentro. Bhè non tutti abbiamo due metri di gambe che ci permettono di andare più veloci, si ritrovò a pensare mentre lasciava il piccolo gruppo di conchiglie insieme al resto della roba che Chris aveva posato e che Thor aveva scovato in spiaggia. Puoi usare il bagno di servizio, li giù in fondo. Lo sguardo delle ragazza andò di nuovo su Christian che gli stava indicando in quel momento il bagno. Ah... sappi che a Thor non piace essere tagliato fuori, si mette a piangere se gli chiudi la porta. L'ho addestrato a passarti l'asciugamano quando serve. Sorrise divertita abbassando lo sguardo su Thor che aveva anche abbaiato per attirare l'attenzione, gli fece un'altra carezza prima di essere distratta di nuovo dalle indicazioni di Christian. Ci sta una mia tuta pulita in bagno, ti starà enorme ma cerca di accontentarti per ora. Se trovo qualcosa che ti stia di sopra te lo porto... Annuì trattenendo una delle sue battute sarcastiche riguardo all'ultima parte della sua frase. Probabilmente aveva un mucchio di abiti che tutte quelle ragazze che si portava a letto si erano dimenticate a casa sua. Era stato comunque fin troppo gentile ad invitarla a casa sua quindi si sarebbe trattenuta dal fare commenti stupidi.
    Okay ricevuto...grazie affermò con tono sincero mentre lui saliva le scale e lei si avviava al bagno che gli era stato indicato, Thor al seguito che scodinzolava contento. Alla faccia del bagno di servizio! si ritrovò a commentare, probabilmente rivolta al cane o forse solo a se stessa. Scosse la testa di nuovo e si libero dei vestiti zuppi prima di saltare in doccia. Non ci mise molto, il tempo di togliersi il sale dell'acqua da dosso ed era già fuori da lì, con Thor che gli aveva seriamente passato l'asciugamano. Quel cane era adorabile! Mentre si asciugava, cercò con lo sguardo la tuta di cui gli aveva parlato Christian poco prima e la individuò senza problemi. Una volta vestita, strizzò i capelli nell'asciugamano in modo da non farli gocciolare per la casa, e appena finì quelli tornarono ad assumere la loro forma mossa. Dire che i vestiti che gli aveva prestato erano grandi era dire poco, la maglietta gli stava lunga quasi quando uno dei tanti vestiti estivi che aveva nell'armadio; ma, di nuovo, era stato gentile da parte sua quindi non si lamentava. Posò i suoi vestiti bagnati sul riscaldamento sperando si asciugassero in poco tempo e poi lasciò il bagno, Thor di nuovo al seguito.
    La casa che aveva a Santa Monica non era per nulla male, era una piccola villa e lei l'adorava, ma una casa sulla spiaggia era decisamente meglio e la vista era mozzafiato. Si avvicinò alla vetrata da dove erano entrati poco prima e quando Thor la raggiunse chiedendo un po' di coccole, si buttò a sedere a terra continuando a guardare la spiaggia dalla finestra e accarezzando il labrador, seduto a sua volta, distrattamente.
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    L'attenzione di Mavi era tutta per Thor in quel momento, stava evitando accuratamente con lo sguardo Christian e il cane accanto a lei era l'unica cosa chi gli permetteva di non alzare di nuovo lo sguardo sul ragazzo. Notò l'ombra di Christian che si avvicinava, ma si ostinò a guardare ancora il labrador, almeno fino a che il ragazzo di fronte a lei non le fece alzare il viso. Lo studiò di nuovo con gli occhi un po' socchiusi, cosa voleva adesso? Non poteva limitarsi a una delle sue battutine fastidiose a cui poi lei avrebbe replicato con sarcasmo? Perché mi opponi così tanta resistenza? Mavi aggrottò le sopracciglia a quella domanda, più che altro era stato il tono che aveva usato a lasciarla per un attimo spiazzata, faceva sul serio? O stai facendo finta? Ed eccolo di nuovo. Le sembrava lo stesso tipo di domanda che le aveva fatto quando le aveva chiesto se l'avesse seguito fino a lì. Non poteva assolutamente essere che lei non voleva averci molto a che fare con lui, no, doveva per forza aver fatto finta. E cosa ci guadagnerei a fare finta? replicò con tono curioso, avrebbe voluto rispondergli a tono, ma la curiosità di sapere cosa diamine gli stesse frullando per la testa era più forte di lei.
    Scosse la testa distogliendo lo sguardo di nuovo da lui e puntandolo stavolta verso il mare; il sole stava per tramontare e il colore che aveva assunto l'acqua era davvero spettacolare. Quei pensieri rilassanti non durarono molto, si sentì sfilare il telefono dalla tasca e andò automaticamente su tutte le furie. Ridammelo! esordì facendo mezzo passo avanti prima che Christian se la caricasse in spalla. Prese a scalciare per farsi mettere giù, innervosita dalla situazione. Ti faccio vedere io se ne vale la pena o no, maledetta ragazzina sbruffona. Mavi rimase sorpresa dalle parole, cosa intendeva ora? Poi gli si accese una lampadina: dai, lascia perdere...hai visto quanti altri dottori carini ci sono in giro? Non ne vale la pena su. Aveva detto quelle parola a Juliet durante il convegno, quando lei si era bloccata tra il saltare letteralmente addosso a Christian e il battere in ritirata. Non pensava che lui le avesse sentite e tanto meno pensava che se la sarebbe presa così tanto a morte. Te la sei presa per quello? Davvero? Scusami tanto se ti ho portato via la possibilità di portarti a letto l'ennesima ragazza! Il suo tono di voce era un tantino più alto del solito e nonostante la situazione e il fatto che voleva mettere immediatamente i piedi a terra, non ci era andata leggera con il sarcasmo.
    Quando finalmente venne messa giù, Mavi spalancò gli occhi rendendosi conto di dove fosse. Non aveva notato la tavola da surf, quel ragazzo era matto, era sempre più sicura che quella storia dell'ossigeno fosse vera. Adesso se non ti stai ferma o non ti reggi a me, guarda come vai giù! Christian salì sulla tavola senza apparente sforzo e Mavi si ritrovò a stringere le mani sui bordi della tavolo come se ne dipendesse la sua vita. Non fai sul serio.. affermò con voce incerta, stava scherzando no? Quando Mavi aveva pensato che provare a fare surf doveva essere divertente non aveva assolutamente pensato a quello. Quella non era la sua idea di divertimento. Stava per intimargli di non provare a partire o quello che si faceva in genere con il surf ma ormai era troppo tardi e la rossa si ritrovò a stringere ancora più forte la tavola, almeno fino a che non perse la presa e si ritrovò in piedi su quella cosa che era tutto tranne che stabile e sappiamo tutti che Mavi è capace di inciampare anche da ferma. Non aveva più l'unica cosa che le dava una parvenza di stabilità e quindi si ritrovò ad afferrare Christian, o meglio il suo polso. Smettila di fingere. Io con te non lo faccio. Mavi si era stufata di sentirsi dire che fingeva, non era così, ne era convinta ed era meglio che quel ragazzo se lo mettesse in testa una volta per tutte altrimenti i prossimi giorni di convegno sarebbero stati puro inferno. Non ebbe comunque il tempo di replicare, l'onda era passata e i due erano stati scaraventati in acqua. Mavi finì per qualche attimo a fondo e, mentre ritornava in superficie ringraziò i suoi genitori che avevano insistito come matti per farle fare nuoto. Neanche il tempo di prendere fiato che si sentì tirare da qualcuno, sperava quasi in una piovra gigante, ma era ovviamente Chris.
    Va tutto bene, dottoressina? Si stavano avvicinando alla spiaggia, Mavi si trovava ancora tra le braccia di Chris e la voglia di fargli sparire quel tono di voce era davvero tanta. Spiegami cosa hai nel cervello, criceti? O mosche o che so io? I suoi vestiti erano completamenti bagnati e l'aria del tramonto, per quanto calda, non aiutava molto. Sono un chirurgo okay? gli stava puntando il dito contro il petto ora e lo guardava con aria corrucciata. Non una bambina di due anni che gioca a fare la dottoressa. aggiunse scalciando ancora un po' per vedere se lui dava segni di cedimento. Ora spiegami, cosa ti fa essere così sicuro che io stia fingendo? Oltre al tuo ego grosso quanto una casa? domandò, il dito ancora puntato contro di lui e una punta di curiosità nonostante il tono che sembrava un po' infastidito.
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    Ogni volta che quel cane era nelle vicinanze Mavi sentiva il forte impulso di saccheggiare il primo canile che le capitava davanti ed adottare tutti i cani al suo interno. Probabilmente tra venti o trent'anni si sarebbe ritrovata una casa piena di cani, da sola. Continuò a riempire di coccole Thor dicendogli ogni volta di come era un "bellissimo cucciolo" e "ma sei troppo un amore", il cane sembrava continuare ad apprezzare quindi lei non aveva intenzione di smettere molto presto.
    Peccato che non durò molto, un forte fischio richiamò all'ordine Thor, che ovviamente si fiondò dal suo padrone. Mavi rimase dove si trovava e alzò soltanto lo sguardo già sapendo chi gli si sarebbe parato davanti. Quello che non si era aspettata però erano le condizioni con cui Christian sarebbe apparso. Sapeva che se la sua collega fosse stata al suo posto probabilmente sarebbe morta sul colpo; e doveva ammettere che neanche a lei dispiaceva, ma non lo avrebbe dato a vedere, figuriamoci.
    Il biondo, da parte sue si bloccò poco distante da lei, come se avesse visto un fantasma o qualcosa del genere e l'espressione di Mavi passò dall'annoiato al divertito, non si aspettava di vederla lì probabilmente, bhè a dirla tutta neanche lei si aspettava di incontrare lui. Continuò ad esserci il totale silenzio tra di loro, era già successo quella mattina e Mavi, di nuovo, non fece poi molto per spezzarlo. Credo che abbia sbagliato luogo per il Coachella, si svolge a Indio e non a Miami. La ragazza aggrottò le sopracciglia con fare perplesso, cosa diamine stava blaterando? Poi seguì il suo sguardo, o meglio indovinò cosa stava guardando e alzò gli occhi al cielo. Siamo sempre più simpatici... commentò piegando appena la testa di lato per studiarlo. Ma, sul serio, io sono sempre più convinto che tu non abbia passato i venti... Di nuovo quella storia, in genere quando le davano meno anni di quelli che aveva o quando la scambiavano per una studentessa o tirocinante, Mavi ci metteva poco a dire la sua età e a risolvere la cosa; ma lui si ostinava a comportarsi come se lei avesse 12 anni. Bhè ti sbagli alla grande, sono più vicino ai trenta che ai venti.. replicò mentre lui si allontanava. C'era chi lo prendeva come un complimento, farsi dare meno dell'età che si aveva, Mavi lo odiava. Non dirmi che mi hai seguito...? Mavi gli lanciò un occhiataccia, ma dato che il ragazzo era alle sue spalle non poteva averla notata e tra l'altro era troppo impegnato a sbarazzarsi della maglietta e a farsi un tutto in mare. Mavi rispose con il tono più dolce che poteva assumere. Oh ma ovvio che ti ho seguito, non posso più vivere senza di te! Il sarcasmo ovviamente l'avrebbe capito anche un bambino. Ovvio che lui pensasse una cosa del genere, non poteva essersi fatta semplicemente una passeggiata in spiaggia, doveva aver seguito lui e basta. Era così montato.
    Mavi pensò di buttarsi a sedere sulla sabbia, ma non voleva dover perdere ore a togliersela di dosso una volta tornata a casa; quindi rimase in piedi e richiamò accanto a se Thor, che non se lo fece ripetere due volte. Riprese a fare le coccole al labrador e nel frattempo tornò a lanciare un'occhiata a Christian che stava uscendo in quel momento dall'acqua. Vuoi la sigla di Baywatch dietro? domandò con aria divertita, okay stava solo cercando di non cascarci in pieno come aveva fatto Juliet quella mattina perchè l'avete visto? Chi non ci cascherebbe! Il sarcasmo era sempre la sua arma migliore e quindi aveva ripiegato su quello e aveva riabbassato lo sguardo sul cane. Non ci sarebbe cascata come una stupida.
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