Votes taken by 'veekander

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    Mi dispiace avvertire nuovamente che questo mese per me è tremendo perché devo preparare un esame e vengono per una settimana i miei zii sardi, quindi devo studiare come un mulo nel frattempo. Tornerò attiva dopo l'esame, quindi penso ai primi di febbraio!
  2. .
    nickname precedente: 'veekander
    nuovo nickname: 'skairipa
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    cerchia di: Violet
    link alla role: Numbing the pain for a while will make it worse when you finally feel it.
    sensate partecipanti alla role: Xander Langbroek & Talulah Hüber
    data apertura role: 25/10
  4. .
    Vi devo comunicare che ho iniziato il tirocinio che si concluderà ad inizio dicembre. In contemporanea devo preparare due esami (uno di questo è arabo) che devo dare questo mese, quindi sarò un po' un fantasmino, scusate 😭
  5. .
    xander langbroek • sensate • sheet
    already gone @sleeping at last
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    « Cazzo! »
    Ritrassi di colpo la mano, mentre il sangue iniziava a scendere copiosamente, arrivando fino al gomito. Non me ne ero accorto subito. Avevo capito che mi fossi tagliato solo quando avevo visto il sangue macchiarmi il palmo della mano. Ormai non sentivo più nulla, non sentivo più il dolore fisico, perché quello che provavo all’interno mi stava divorando molto più velocemente del previsto. Erano passati due anni, ormai, ma non sembrava per nulla anestetizzato, anzi. La ferita faceva male sempre di più, se possibile. Si diceva che il tempo aiutava a guarire le ferite, ma nel mio caso non faceva altro che spingermi a riflettere su ciò che avevo fatto, su tutte le mie azioni che mi avevano portato a perdere mio figlio. Ero stato io ad uccidere Lucas. Ero stato io a trascinare quel coltello lungo il suo collo. Ero stato io portargli via un futuro, una famiglia, la spensieratezza che doveva caratterizzare la sua giovane età. Ero stato io con le mie scelte, con le mie paure, con le mie convinzioni. Avevo impuntato i piedi a terra ed avevo fatto ciò che ritenevo essere giusto, sebbene Stephanie mi avesse detto più volte che ciò che stavo facendo avrebbe distrutto la nostra famiglia. Ed io, le avevo poggiato una mano sul braccio, guardandola negli occhi, e le avevo promesso che avrei tenuto al sicuro la nostra famiglia. Avevo promesso che niente sarebbe accaduto a nostro figlio, niente sarebbe accaduto a noi. Eppure, Lucas ora non c’era più e Stephanie mi aveva chiesto il divorzio, per scappare dal mostro che aveva ucciso suo figlio. Quando mi ero unito alla BPO avevo davvero creduto che sarei stato in grado di tenere la situazione sotto controllo. Quando avevo deciso di diventare un Whisper avevo davvero pensato che fosse quello l’unico modo in cui avrei potuto tenere in salvo la mia famiglia. Mi ero illuso di poter essere più forte, più furbo di quelle pedine che erano presenti nel mio gioco. Io ero semplicemente convinto di riuscire a fare scacco matto prima degli altri. Non avevo visto il pericolo arrivare, perché nella mia testa il pericolo non esisteva. Nella mia testa, il vero pericolo ero io, in quanto potevo davvero avere il controllo sugli altri. Mi ero vendicato, avevo fatto in modo che le persone che avevano giocato con un ragazzo innocente, un ragazzo che non aveva ancora visto le meraviglie del mondo, morissero. Avevo fatto in modo che ad uno ad uno quelle persone che mi avevano portato via ciò che di più caro avessi al mondo pagassero per ciò che avevano fatto. Eppure, quella vendetta personale non mi aveva portato alcuna pace. Nessuno mi avrebbe restituito Lucas. Nessuno mi avrebbe regalato un altro momento insieme a lui, per potergli dire quanto mi dispiaceva e quanto gli volessi bene. Nessuno mi avrebbe mai regalato un po’ di pace, perché, semplicemente, non lo meritavo. Pensavo davvero di essere l’unico carnefice di mio figlio. Stephanie non aveva poi tutti i torti. Per quanto avessi provato a nasconderli e tenerli lontani dalla vita che conducevo, quella dannata cerchia era stata un passo davanti a me. Ma quello che era stato impossibile da sopportare per me, era il pensiero che loro avessero scelto mio figlio come target e non me. Non avevano nemmeno provato ad uccidermi: avevano puntato a lui, avevano scelto quella parte di me per minacciarmi. Ed io non riuscivo a convivere con quel dolore. Probabilmente, sarebbe stato molto più semplice se avessi deciso di togliermi semplicemente la vita, però pensavo che in quel modo Lucas sarebbe morto invano. Suicidarsi era da codardi e da egoisti. Non potevo togliermi la vita, perché anche se l’avessi fatto, non sarei stato in grado di ridarla a mio figlio. Dovevo semplicemente imparare a gestire quel dolore, imparare a conviverci, sebbene mi sembrasse impossibile. Mi ero rifugiato nell’alcool, perché avere la mente completamente annebbiata era molto più semplice del riuscire a ragionare lucidamente. Ragionare senza alcun freno significava pensare a Lucas e, di conseguenza, pensare a tutto ciò che avessi perso nel giro di pochi anni, a causa delle mie decisioni, dello stile di vita che avevo deciso di intraprendere. Non davo la colpa a nessuno, se non, semplicemente a me stesso. Non avevo onorato le promesse che avevo fatto a mia moglie, c’erano decisamente troppe cose per cui dovessi sentirmi in colpa.
    Ero ubriaco, come lo ero stato tutti i giorni da quasi due anni. L’alcool mi aiutava davvero a sentirmi meglio o, con più precisione, mi aiutava a non sentire nulla. Il più delle volte ero così confuso che non riuscivo a capire se stessi semplicemente sognando o se fossi sveglio. Quel giorno, non ero ancora ridotto così male, almeno per il momento. Parlavo strascicato – o almeno immaginavo, visto che non avevo nessuno con cui parlavo – e trascinavo leggermente i piedi. Mi era caduta una bottiglia di birra a terra, che si era rotta in mille pezzi. Mi ero inginocchiato, senza pensarci, e avevo afferrato i cocci, che mi avevano tagliato la carne. Non avevo sentito dolore quando la carne si era squarciata. Mi ero reso conto che qualcosa non andava solo quando avevo sentito il sangue sgocciolare. Probabilmente avevo qualche scheggia nella ferita, ma non riuscivo a pensare lucidamente. Mi trascinai in salotto e aprii l’anta dell’armadietto, dove avevo tutte le medicine. Non cercai poi così a lungo: individuai la bottiglietta di alcol tra le varie boccettine e l’afferrai senza cercare davvero l’acqua ossigenata. Non mi occupai di lavare la ferita e di cercare possibili schegge. Tolsi il tappo alla bottiglia e versai l’alcol sul palmo della mia mano. Mi irrigidii, mordendomi il labbro.
    Cazzo. Questo sì che faceva male.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.
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    Cuties, anche io non ci sarò da domani fino a lunedì! Non avrò il pc con me, ma vi leggerò e tormenterò dal telefono. 😇💕
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  8. .
    Condivido anche io i miei social con voi!
    Questo è il mio Twitter che uso tantissimo, perchè stalkero continuamente le mie crush e importuno anche con mille tweet, ma è normale.
    Questo, invece, è il mio profilo Fb per i gdr, in cui disagio forse fin troppo, ma fa parte del mio modo di essere #wat.
    E, infine, tvshowtime, che è un constant remainder per tutte le serie arretrate che ho.
8 replies since 3/8/2007
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