Posts written by Boleyn.

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    SI DICE CHE IL MINIMO BATTITO D'ALI DI UNA FARFALLA SIA IN GRADO DI PROVOCARE UN URAGANO DALL'ALTRA PARTE DEL MONDO.
    titolo song @artista
    Continuavo a ripetermi che se fossi stata una ragazzina diversa a mio tempo, se la scomparsa di mia madre non avesse determinato tutta la vita futura impedendomi di dare importanza a cose più stupide e chiudendomi nel tacito mondo fatto di ricordi e di scoperte, sarei stata di certo più preparata ad una cosa come questa. é scientificamente provato che le persone aperte e spensierate hanno un approccio diverso con le situazioni che la vita pone loro davanti e che fare amicizia è per loro facile come scoccare le dita, che la scoperta di qualcosa di nuovo viene accolta con ritrovato ottimismo e che l'entusiasmo è la parola chiave per qualsiasi cosa che li riguardi. Se fossi stata quel genere di persona con una famiglia normale, con una vita più spensierata, forse avrei avuto un carattere diverso, un approccio diverso ed avrei accolto quelle voci nella mia testa come l'ennesima scoperta da fare, l'ennesima cosa strampalata che mi capitava. Ma non era stato così; non ero abituata alle troppe persone così come al caos, all'imprevedibilità; Per un millesimo di secondo quasi provai il desiderio di sentire come Ivan, accogliere quel qualsiasi cosa fosse con il suo stesso spirito controllato, tanto in se da credere di potermi spiegare cosa stesse succedendo. Dove siamo esattamente?è una cantina, un magazzino o il tuo nascondiglio segreto quando cominci a sentire le voci e per non essere scambiata per matta scegli di chiuderti in un posto dove nessuno ti venga a cercare? storsi il naso guardandolo male di proposito ed alzando le spalle rigidamente composta disse l'uomo che ha cercato di affettarsi una mano con un coltellino per provare una teoria!; era assurdo che proprio un simile individuo si mettesse nella posizione di giudicare me, anzi, di prendermi in giro sui luoghi in cui mi nascondevo. Non eravamo fatti tutti allo stesso modo, alcuni più di altri avevano bisogno dei loro tempi per capire certe cose ed altri, come me, preferivano mettere in primo piano la razionalità delle cose che potevano trovare una sana e sincera spiegazione senza che gli altri mettessero fretta. Mi ritrovai, di colpo, a stringere la sua mano come fosse la cosa più naturale del mondo e mi domandai se quel tipo faceva sempre così: prendeva le cose che desiderava nel momento in cui le desiderava senza il minimo segno di aspettativa, era come se ogni suo gesto fosse dettato dall'istinto e che la razionalità della mente non venisse affatto contemplata. hai un culo troppo carino per venire sprecato all'improvviso spalancai la bocca guardandolo sorpresa quasi domandandomi in silenzio se avesse davvero detto una cosa simile, avrei dovuto smettere di sorprendermi del modo in cui gli uomini d'oggi si rivolgevano a chiunque, come se aprir bocca e dargli fiato come fosse un modo come un altro di intavolare una qualche conversazione e magari quello voleva essere pure un complimento ma il modo sfrontato con cui lo fece mi portò comunque a dargli una sberla sulla spalla, liberando la mia mano dalla sua presa e coprendomi istintivamente il fondoschiena come se servisse per impedirgli di dare nuovamente una sbirciata mio dio sei irritante! ripetei sottolineando quanto avevo già detto pochi minuti prima circa il suo carattere fin troppo diretto a cui forse, ero solo io a non essere abituata. Ok aspetta, lo senti? Quel chiasso? Sta sicuramente lavorando... Arriverà...arriva sempre..beh tutte fighe nella nostra cerchia... per fortuna almeno non mi sorbirò uno scorfano!, strinsi gli occhi fino a ridurli ad una fessura nel tentativo di concentrarmi sul rumore di cui Ivan parlava ma chi? cosa.. che cosa stiamo aspettando? domandai frastornata, sentendomi in parte stupida ed al tempo stesso stupita perchè la cosa strana era che sentivo davvero dei rumori, quel genere di chiasso che era possibile sentire nelle fabbriche, nelle acciaierie, quando mi decisi a riprendere una postura normale e a riaprire gli occhi l'eco dell'ultima frase di Ivan quasi mi fece trasalire ed in un attimo un altro giovane uomo ci stava davanti. mi sorprendo che ancora non ti abbia schiaffeggiato un sorriso quasi compiaciuto fece capolino sul viso rotondo e di tutta risposta assunsi un'aria pressapoco trionfante l'ho picchiato! e ho intenzione.. e anche voglia, di farlo di nuovo... è così irritante anche con te? domandai prima ancora che il ragazzo si presentasse ma trattenendo il fiato come di riflesso quando si rivolse a me chiamandomi per nome prima che io gli dicessi quale fosse. Mio dio mi girava la testa. Mi sentivo come se da un momento all'altro persino la stanza avrebbe potuto prendere a girare in tondo e farmi cadere per terra priva di sensi. sto lavorando,potrei sapere perchè sono qui?. Mi ritrovai particolarmente affine al nuovo arrivato, dato che anche io a mia volta ero rimasta bloccata dentro alla cantina quando avrei dovuto prendere una cosa e uscire il tutto in un minuto . credo che voglia passarti il testimone perchè lui non ha il tatto di spiegare le cose... ! volsi l'attenzione direttamente a Ivan, con gli occhi chiari che scrutavano la sua figura avvenente e ribelle, anche se io questa cosa non avrei neppure dovuto pensarla. spero che tu non abbia intenzione di buttarti giù dal terrazzo o di tagliarti le dita di una mano per spiegarmi cosa sta succedendo, cosa significa questa cosa e perchè non posso tornare al mio lavoro e dimenticarmi di questa cosa! feci un passo indietro sentendo l'esigenza di imporre delle distanze più per me stessa che necessitava di un appiglio per tenere il corpo in posizione eretta e ferma; .. no perchè lui l'ha fatto! dio mi ha spevantata a morte ... l'ho già detto che è pazzo? e maleducato, e sfrontato e irritante, si, totalmente irritante! ha quasi dimenticavo.. ha la delicatezza di un elefante in una cristalleria trattenni il fiato cercando di respirare e respirare e respirare in modo che la testa smettesse di assimilare tutte le informazioni e tutto riprendesse a sembrare almeno apparentemente normale. .
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    Bambiimpegnata (?) Cluster Età: 23 Australia
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    "Ohana" significa famiglia, famiglia significa che nessuno viene abbandonato... o dimenticato
    Mangia, prega, ama! Esatto, proprio come il film con quella donna bellissima che è Julia Roberts, Bambi aveva fatto di quelle tre magiche paroline il punto basilare della prorpia esistenza.
    Mangia, perchè la vita era una sola, e tanto valeva godersela fino in fondo godendo per l'appunto di tutte le succulente delizie che il mondo culinario aveva da offrire perchè potevi passare l'intera vita a mangiare insalata ma poi da vecchia tutto sarebbe diventato molliccio e decadente e ti saresti ritrovata a rimpiangere tutti gli hamburger non mangiati per fingere di essere imparentata con qualche anoressica top-model; prega... beh, Bambi non era una devota cristiana, non si era mai posta davvero la domanda "credi in un Dio al di sopra di tutto?" però pregava in altri modi, pregava che alla mensa del suo corso di scultura qualcuno non le versasse addosso del budino al cioccolato; pregava che non si presentasse di nuovo allo studio fotografico quell'ubriacone molesto che si era offerto di pagare un servizio fotografico con una scorta illiimitata di spinelli. Lo dicevano anche i preti dopotutto: la chiesa non era l'unico luogo di preghiera, ogni fedele poteva pregare dove voleva tanto dopotutto dio era dapperttutto no? Ama. Beh, il fatto di essere nata in una famiglia che poi si era divisa prendendo oguna strade diverse, non significava che Bambi non avesse conosciuto l'amore o non fosse incline all'nnamoramento. Suo padre si era innamorato del suo lavoro, le aveva dimostrato che spesso l'amore nasce sotto varie forme e si identifica in milioni di cose differenti non necessariamente evolute in un sentimento verso un'altra persona; si era preso del tempo per se stesso, era stato fedele alla sua famiglia e leale verso le persone che ne facevano parte mettendo la parola fine quando era arrivato al suo bivio ed ora viaggiava in giro per il mondo inviandole cartoline per ogni nuova città che visitava, allegate alle fotografie che scattava di continuo e che le ricordavano quanto forrte fosse il loro legame anche da lontani, e di quanto quella passione comune li aveva avvicinati. Bambi non si fossilizzava mai, non progettava mai troppo in la con i tempi e aveva imparato a prendere la vita con una leggerezza tale da ricordare un pò una hippie, vivace e spensierata che prendeva la vita come una soffiata di vento sulla faccia e niente di più; un giorno il vento avrebbe tirato più forte, altri giorni più debolmente ma non per questo ci si doveva fermare. Non si era mai fermata a pensare ai grandi amore, alla famiglia che un giorno avrebbe costruito o all'uomo dei suoi sogni perchè Bambi viveva giornalmente senza privarsi di nulla, nel rispetto degli altri e di se stessa, ma non era tipico di lei rimuginare troppo così come non era tipico di lei etichettare tutto. Max le piaceva. e questo era quanto ad esempio ma non si svegliava nel cuore della notte perchè sentiva la sua mancanza, non le mancava il fiato quando lui non c'era e non dormiva con le sue magliette addosso perchè così arebbe saputo di lui, Bambi stava con Max perchè al momento lui la faceva ridere, la faceva stare bene e non le stava con il fiato sul collo, oggi era lui, domani chissà; e non provava invidia per Zelda solo una strana forma di tenerezza nel modo in cui invece la ragazza incanalava le emozioni in modo diverso suddividendole in piccoli gruppi: odio per Brody, amore per Rex. La osservava gesticolare nervosamente, osservava le sue gote farsi più arrossate, beh però i complessi ti hanno fatta bene, sono sicura che Brody ora si sta mangiando le mani anche se ti tratta male! è tipico degli uomini, credono che fingere di odiare qualcosa li renda automaticamente dei macho-man! puntualizzò scrutando in direzione di Max perchè non si sentisse escluso da quell'opinione comune. Diversamente da come avrebbero fatto tutte le altre ragazze, o se non altro una grande maggiornaza di esse, Bambi non era una fidanzatina accomodante, non era la tipa dagli occhi a cuoricino che portava il proprio fidanzato come seduto su uno stupido trono d'oro, era concisa, chiara e soprattutto molto realista. Ma accolse il desiderio per nulla celato di Zelda di cambiare argomento, dal modo in cui il suo sguardo brillava e da come si torturava le mani Bambi comprese quanto l'argomento Rex fosse importante per lei, quasi fosse alla ricerca di un'opinione da parte dell'amica che lui non fosse il classico idiota montato che aveva in testa solo una cosa. Rex... mmmh Rex mi sembra apposto! confidò mettendosi a sedere su uno degli scalini all'interno della casa ed iniziando a giocare con le perline attaccate alla sua collana indiana; in realtà leggeva apprensione negli occhi dell'amica, certa che si aspettasse un prospetto molto più dettagliato circa la sua cotta infinita per l'amico di Travis ; anche in quello era evidente che fossero molto diverse sebbene entrambe avessero trovato moltissimo punti in comune che lie avevano spronate a conoscersi ed infine a legarsi così tanto, c'erano lati di loro due che vivevano su due pianeti opposti. Bambi, uno come Rex, non l'avrebbe guardato nemmeno di striscio e non perchè fosse certa che fosse un cattivo ragazzo ma perchè era troppo belloccio, e troppo sicuro di se il che non era propriamente una combinazione speciale a quell'età, trovava invece molto più interessante Travis, anche se non era certa che confessarlo a Zelda fosse il momento giusto quindi si limitò a ripensare al suo svampito sguardo trasognante e buffo e lasciandosi sfuggire un sorriso divertito riportò l'attenzione sull'amica, ... gli uomini non fanno caso a queste cose! hai notato che non ricordano mai le date degli anniversari ? è che non sono geneticamente impostati per essere intelligenti! , Bambi ce l'aveva sempre avuta questa ironica visione un pò femminista dellla vita, anche se nemmeno lei aveva mai dato importanza a cose come San Valentino. ... e tuo fratello molto probabilmente è distratto da tutto questo marasma di tette che c'è in giro, e domani avrai un motivo per farlo sentire in colpa! scherzò appuntanto la treccia dietro la spalla per evitare che ad ogni movimento continuasse a dondolarle contro però non ho capito una cosa! sei una donna forte adesso, insomma, sei vestita da diavolessa.... se Rex ti piace così tanto e da quello che ho capito è single, perchè non gli dici chiaramente quello che provi?, ecco, questo era un'altro punto a proprio favore, almeno lei così la vedeva: Bambi era inarrestabile, andava dritta al sodo, riteneva, sempre sulla base dei suoi tre elementi imprescindibili, che nella vita non fosse saggio aspettare che i momenti capitassero ma bisognava crearseli o prenderseli da se. Per lei non esisteva l'uomo che doveva fare per forza il primo passo, non esistevano le occasioni attese, esisteva ciò che volevi e quanto era disposta a spingerti oltre per potertelo prendere. .. poi voglio dire, fuori ti mangiava con gli occhi! a meno che non sia frenato dal fatto che sei la sorella del suo migliore amico credo che Rex ci ha fatto più che un pensierino! non sarei stupita di sapere che ha fatto qualche fantasia su di te... beh, dopo come ti ha visto vestita stasera penso proprio di sicuro ne farà!.
    "Questo non è volare amico. Questo è cadere con stile!".
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    Kaleb Darling • human • sheet
    titolo canzone @autore
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    Scusa, non voglio rendere le cose difficili, soprattutto perché mi ospiti, dopo tutto il casino che ho combinato… -, mi scusai, ma poi scoprii anche le carte, non volevo fare il misterioso, - …E per questo grazie. Ma sono incredibilmente fortunato ad averti incontrato e non mi lascerò mai sfuggire la possibilità di stare ancora con te . Il giorno dopo che Manuel aveva troncato la nostra relazione ero piombato in un mutismo incontrollato, mi ero chiuso in me stesso e per non arrabbiarmi col mondo intero dato che stonava con il mio più controllato e razionale modo di essere, avevo preferito prendermi del tempo per me, in solitaria, dedicandomi a ciò che facevo e cercando il più possibile di tenere distanti tutte le sensazioni che altrimenti avrebbero finito per farmi diventare matto. Ma c'erano un sacco di ma, di perchè, di se, che proprio non riuscivo a scrollarmi di dosso ed era stata mia madre, colei che meglio di tutti mi osservava e mi conosceva, che si era accorta che qualcosa non andava. Lei che aveva capito che c'era dell'altro tra me e Manuel oltre che del semplice interesse, oltre che il più che naturale desiderio di conoscersi e di capire qualcosa della natura e dell'orientamento che guidava entrambi. "se è vero amore tornerà, il vero amore torna sempre" mi aveva confidato alla fine, quando avevo ceduto ai suoi occhi preoccupati bisognosi di sapere cosa mi stesse capitando. In verità non le avevo creduto, ero una persona prettamente realista, tenevo sempre i piedi per terra ed in qualsiasi cosa che iniziavo tendevo a mantenere un certo contatto con la realtà per evitare di volare per aria e farmi film che poi sarebbero stati inevitabilmente schiacciati dal peso della realtà e le difficoltà della vita. Con Manuel avevo fatto lo stesso: mi ero lasciato guidare da ciò che provavo per lui, da quel forte interesse che poi si era trasformato in un sentimento profondo da avere quasi la certezza di trattasse di amore ma che lui aveva abbattuto prima di comprenderne la reale entità; così quando se ne era andato avevo preferito credere che ci fosse una spiegazione razionalmente giusta per cui aveva mollato tutto quanto ed avevo cercato di pensare a me stesso, a ciò che volevo io della mia vita, a liberarmi delle catene che mio padre mi aveva costretto ad indossare ed ero andato via. "l'amore torna sempre quando è sincero, quando è puro, quando è forte"; sapevo che mia madre aveva una visione dell'amore più romantica, più fiabesca, qualcosa che forse aveva incoraggiato più mia sorella che me, quindi avevo sorriso, l'avevo abbracciata ringraziandola dei consigli, ma non avevo lasciato la stanza con un peso in meno sullo stomaco perchè in tutta onestà niente era riuscito a farmi sentire meglio. Manuel se ne era andato e non c'erano speranze o spiegazioni che reggessero tutto ciò che dovevo fare era accettare la cosa da uomo ed andare avanti e così avevo fatto. Ora, mentre ci ritrovavamo nella stessa città, sullo stesso divano a respirare la stessa aria, mi sembrava di sentire di nuovo la voce di mia madre ripetermi "l'amore vero torna sempre" e non riuscivo a capire come mai, se per me sembrava esserci una fatica differente nell'accettare quella situazione, io che tra i due avrei dovuto avere più desiderio di recuperare il tempo perso, per lui sembrava quella un'occasione per redimersi e recuperare quel tempo di cui aveva privato entrambi. Centrava forse la maturità? qualcosa che avevo sempre creduto non facesse un uomo un vero uomo ma che ora sembrava essere il motivo per cui stavamo affrontando quel riavvicinamento in modo del tutto diverso? stare ancora con me? domandai senza riuscire a farne a meno. Una parte di me voleva solo arrivare alla fine di quella giornata, infilarmi a letto e pensare solo all'indomani a cosa stavo facendo, ma c'era qualcosa nei suoi occhi, nella sua voce, nella sua vicinanza, qualcosa che continuava a tormentarmi, qualcosa che mi spingeva a chiedere e chiedere senza riuscire a trattenermi, incuriosito ed imprigionato nela sua rete come la prima volta che era piombato in officina. Mi schiarii la voce, cercando di convincere me stesso che la risposta non avrebbe determinato nessuno dei miei pensieri e ripresi a guardare la tv anche se avevo smesso di mangiare preferendo trovare sollievo nella birra . Tra una sfida e l'altra, mentre il peso della giornata mi annebbiava la vista e trascinava con se la stanchezza, neppure mi resi conto del braccio che avevo allungato verso di lui, sfiorando la sua gamba in maniera così innaturale da non darvi apparentemente peso, poi, con il sonno che iniziava a farsi sentire, appoggiai la testa indietro, sullo schienale imbottito del divano, chiudendo gli occhi un istante... un istante di troppo perchè mi addormentai.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.
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    RexUmano Single Cluster 28: XX Miami
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    Ma se in inglese Car è macchina e Man è uomo, allora mia nonna Carmen è un transformer?

    Un proverbio famoso diceva "mai giudicare un libro dalla copertina" perchè spesso da una copertina orribile poteva venir fuori un vero e proprio capolavoro e, altrettanto spesso, da una copertina allettante poteva nascondersi il peggior romanzo mai scritto; Ma per Brody e Travis il detto sembrava non contare affatto perchè quei due si comportavano visivamente come due autentici cretini ed il problema non è che lo sembravano solo e che qualcuno, parlandoci due minuti avrebbe potuto rifarsi un opinione differente no, quei due erano davvero due cretini anche dopo un ora e mezza, anche dopo più di dieci anni di amicizia. Con un sopracciglio alzato e l'aria rassegnata, si ritrovò suo malgrado nel centro delle chiacchiere tra i due domandandosi perchè, tra tutte le persone normali che avrebbe potuto avere al proprio fianco come compagni d'avventura aveva scelto due deficienti simili; ma poi ricordava a se stesso che nessuno amava come amavano quei due idioti, ed allora tutto sembrava tornare ad assumere un senso e tutti i difetti e le peculiarità che facevano di Travis e Brody beh.. Travis e Brody, erano proprio quei loro lati vivaci e sopra le righe che tutti prendevano per idiozia ma che in realtà nascondevano un cuore enorme. ci risiamo, si è fissato di nuovo!cinque minuti.. questo è un vero record anche per te, era da sempre abituato alle stranezze di quei due, a tutto quello che Brody come un bambino di tre anni tendeva ad infilarsi nel naso, o delle cotte da colpo di fulmine di Travis che però non portava mai a termine come avrebbe voluto ed anche in quel caso il soggetto in questione non era solo un'amica di sua sorella, il che probabilmente rendeva ancora più improbabile il fatto che riuscisse ad attirarla verso di se, ma era per di più fidanzata e non sembrava proprio il genere di donna che tradisce il fidanzato con uno che sta immaginando la loro casa sulla spiaggia e i bambini a costruire castelli di sabbia. a proposito Brody, mi sta guardando? Rex inspirò a fondo nel momento esatto in cui il biondo si era sporto oltre la porta per cercare la moretta vestita da indiava per controllare se stesse sbirciando da questa parte, prese entrambe le teste dei due amici e, seppur senza troppa forza, le fece scontrare quasi l'una contro l'altra per riportarli alla realtà la volete piantare? sembrate due dodicenni! lo sapevo che dovevo vestirmi da baby sitter sexy sbuffò divertito perchè in fondo sapeva benissimo che con quei due non avrebbe potuto avercela a vita. Brody era un idiota patentato, non prendeva nulla sul serio e davver a paragaone Peter Pan poteva essere considerato un uomo fatto e finito che alla fine si era scocciato di volare qua e la ed aveva lasciato l'isola che non c'è mentre Brody ci aveva costruito su un'intera cittadella che portava il suo nome e dalla quale non sembrava affatto intenzionato ad andarsene; e Travis era ingenuamente genuino, era probabilmente il genere di persona che senti parlare per cinque minuti e ti chiedi se ancora crede in Babbo Natale o nella fata dei denti eppure loro erano la sua famiglia, il suo scudo, tutto ciò che lo faceva sentire sempre al posto giusto quindi sopportare le loro stranezze era diventato parte di lui che di certo non era un santo, ma era sicuramente il più normale. anche se probabilmente se l'avessi fatto Travis si sarebbe preso una cotta anche per me! scherzò ritrovandosi a dare ad entrambi uno scappellotto sulla nuca scompigliando i capelli biondi di entrambi Tu invece chi hai puntato Rex? Ti prego, ti prego, non dire mia sorella. Potrei vomitare.” Rex finse serietà allora non te lo dirò! anche perchè se lo dicessi vorrebbe dire che avrei già vinto la sfida dato che mi sembra di capire che Zelda non aspetta altro che un cenno d'assenso e poi cazzo dovresti essere onorato che abbia scelto me invece di uno qualunque tra gli idioti che probabilmente le girano attorno! alzò le spalle con aria inorgoglita, Mò... in alto è un parolone... ricordati che non sei nè il più bello,” ”ne il più simpatico... “ , ”ma solo il più scemo... e comunque...” Dici quella che sta guardando Rex? Temo proprio che dovrai puntarne un’altra... stavolta fu Brody a parlare, girando con il busto verso Travis e cercando il suo sguardo almeno la tettona sembra single!e mi voglio solo tuffare tra le sue tette il tempo per vincere la sfida, mica ci voglio fare due figli.. e comunque Andy e Terry? ti prego non dire che Terry l'hai preso dal cartone animato delle gemelle! Rex sospirò scuotendo il capo rassegnato e al tempo stesso divertito da tanta deficienza ma platealmente alla battuta di Travis spalancò le braccia indicandosi alla fine è chiaro che abbiamo un vincitore, ammettetelo ragazzi, il fatto di essere il più bello ha i suoi vantaggi! schioccò la lingua con fare plateale e si soffiò sulle dita sfregandole sulla maglia all'altezza della spalla ed alzando le braccia in aria quando Travis lo invitò a lasciargli libera la piazza avete paura della competizione? li prese in giro divertito d'accordo vi concedo un pò di vantaggio, vado a fare un giro al piano di sopra in bagno a controllare questi baffi! diede una spinta ad entrambi per lanciarli nella mischia e salì le scale passando tra una coppietta appartata e l'altra che si spalmava contro il muro, tra qualche idiota che tentava di lanciare palline di carta dalle scale tentando di fare centro nei bicchieri vuoti appoggiati sul tavolo del caotico buffett e a malapena trovò il bagno quando qualcuno dietro di lui lo spinse improvvisamente dentro ad una cameretta chiudendo la porta con un rapido e coonfuso "click" . ma sul serio? mi hanno chiuso qui dentro per vincere una sfida? parlò a voce alta dando per scontato che i due migliori amici lo avessero seguito al piano di sopra nel tentativo, ironico, di metterlo fuori gioco, ma quando gli occhi verdi si abituarono alla penombra della stanza si accorse di non essere da solo e che con tutta la probabilità del mondo a spintonarlo al solo scopo di lasciarlo da solo con Zelda, fosse stata proprio Bambi. ehy!.
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    [No Spam] Il FiftyShades Of New York ha indetto la sua nuova lottery, se sei nostro amico hai diritto a dei numeri in più, affrettati!
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    ■ Data di nascita + Età: xx.xx.xx (25)
    ■ Residenza: Santa Monica
    ■ Professione: studentessa
    ■ Razza: human
    ■ Cerchia: specificare
    ■ Orient. sessuale: etero
    ■ Status: single
    Sapphire middleton›››
    Erano stati giorni un pò assurdi, giorni nei quali Sapphire aveva maledetto di non aver perso da ragazzina abbastanza tempo dietro ai puzzle da diventarne quasi la regina perchè ora, mentre la sua migliore amica tentava di recuperare frammenti della memoria che le apparteneva, lei si ritrovava a cercare aneddoti ed esempi e stupidi soprannomi per cercare di fare luce in quell'universo buio che erano per lei gli ultimi mesi. Però aveva tirato un sospiro di sollievo per ben due ragioni differenti: la prima, perchè non poteva che essere contenta del fatto che la memoria a lungo termine fosse rimasta illesa e che ogni componente dela sua famiglia, dei suoi più vecchi amici, di tutte le cavolate fatte assieme, fossero impressi li, dove nessuno potesse toccarli; e poi perchè questo significava che di lei, e della loro amicizia Zooey non aveva rimosso nulla. Però le dispiaceva, vederla stringere le mani o strabuzzare gli occhi tentando disperatamente di tirare fuori un barlume, un indizio, qualcosa che la ricollegasse agli ultimi eventi trascorsi qualche settimana prima dell'incidente le faceva stringere il cuore in una morsa così stretta da impedirle di respirare. Però, puzzle a parte, alle volte trovava divertente prendersi cura di lei, sbizzarrirsi alla ricerca degli aneddoti più compromettenti e buffi per strapparle un sorriso; persino Kurt l'aveva sorpresa, in un modo che non si sarebbe aspettata, era diventato un pochino più apprensivo, ma anche vagamente più duro nei modi di rivolgersi agli altri, in particolare a Valden che dal canto suo Sapphire sapeva che non centrava nulla in quella storia; probabilmente Kurt quella versione non l'aveva neppure presa in considerazione ma per lei che era piuttosto brava ad osservare le persone per percepirne gli stati d'animo o i sentimenti era certa che le occhiate di Kurt o le sue risposte brusche non sfioravano minimamente il moro che era certa si sentisse già abbastanza in colpa per conto suo senza che Kurt ci mettesse il suo enorme carico. Saph lo sapeva, dopotutto non era piacevole tornare di corsa da un viaggio di lavoro perchè la tua ragazza che pensavi fosse accerchiata da persone respinsabili, aveva avuto un grave incidente, ma non per questo riteneva giusto colpevolizzare qualcuno che si era preso cura di lei dal tragitto in ospedale fino a tutto il tempo in cui Kurt non era arrivato, o quando Maddox aveva preso il comando della situazione assicurandosi che sua sorella avesse tutte le cure possibili. Senza contare che Valden era probabilmente quello che aveva perso di più in quell'incidente dato che la mora non si ricordava di lui. Beh si, erano questi ultimamente i pensieri che le affollavano la testa, questo, che la teneva piuttosto occupata, e quel corso che a detta propria andava a gonfie vele e che presto l'avrebbe introdotta ad un mondo nuovo, fatto di cose che amava e finalmente avrebbe dato a sua madre quello che da sempre le chiedeva "trovare una strada e perseguirla". Saph sapeva di non essere una persona comune ne facile, sapeva di avere sempre mille grilli per la testa, un carattere difficilmente adocchiabile da tutti e modi di fare più bruschi e caotici della maggior parte delle persone, inoltre era una trottola, s'agitava e s'agitava senza riuscire a stare ferma e nonostante la pigrizia nello sport, quando si trattava di tutto il resto ecco che per farla stare ferma occorreva sedarla. La dolce brezza della sera aveva iniziato a sfiorarle la pelle appena fuori dall'università. Aveva aggiunto qualche corso serale perchè voleva avere una preparazione completa, ma nell'ultimo periodo aveva iniziato quasi a preferirli a quelli sparpagliati durante l'arco della giornata. La sera, quando il tramonto scompariva all'orizzonte lasciando il posto al blu della notte, tutto assumeva tratti diversi, la gente si ritirava in casa o nei locali e per strada c'era una nota di silenzio che le permetteva di pensare, di immaginare, di godere di ogni più piccolo dettaglio della città. Aveva preso l'abitudine di andare all'università con i rollerblade che le aveva regalato suo padre all'ultimo compleanno; neri e grigi metallizzati con il tallone blu cobalto, come i suoi occhi. All'inizio non era stato per nulla facile adattarsi a stare su quei trampoli a rotelle del tutto instabili per una che come lei aveva l'equilibrio di un elefante equilibrista, ma poi Zoeey le aveva dato qualche dritta ed allora con un pò di pratica era riuscita nell'intento, domando i due oggetti e usandoli come mezzo di trasporto per la città. Quella sera non aveva fatto differenza. Uscita dall'aula si era seduta sugli scalini della facoltà indossando gli stivaletti con le rotelle e legando i capelli in due morbide trecce così che il vento spostandosi nel movimento non glieli avrebbe sparsi in giro dandole fastidio e coprendole la vista.Santa Monica era calda quella sera, il clima vagamente umido le ricordava le sere d'estate quando si ritrovava con Zooey, munite di asciugamani, dirette alla spiaggia per poter osservare la sera calare ed il sole scomparire oltre il mare, come inghiottito dall'oceano brillante . Sfrecciava in strada, irrompendo con un balzetto sulla South Bay e sfrecciando accanto ad alcuni skaters che rincasavano. Salutò Paul, che stava chiudendo l'edicola che costeggiava la pista ciclabile e dopo qualche metro si fermò quasi slittando davanti al chiosco di Donnie, lui e le sue stramaledette ciambelle con glassa alle quali non riusciva proprio a resistere. ne comprò una, sentendosi meno in colpa per i grassi che avrebbe assimilato, per via della corsa sui rollerblade che valevano comunque come attività fisica. Lasciò l'ultimo morso per ultimo, beandosi del cioccolato che le si scioglieva in bocca esplodendo in un delizioso sapore che le fece saltellare gioiose le papille gustative. Tanto assorta in quel turbinio di sapori che non badò alla goccia enorme che le era colata sulla maglietta oh no! porca porchissima miseria! imprecò a voce alta senza neppure rallentare, con la testa bassa e lo sguardo fisso sulla macchia allargata sulla sua bianca maglietta, una delle sue preferite tra l'altro, diede per scontato che a quell'ora davvero poca gente si sarebbe trovata sulla sua strada e quando si rese conto di aver preso troppa velocità fu troppo tardi. Sentì l'urto, avvertì chiaramente quando la sua borsa a tracolla si impigliò nel manubrio della bici che passava li di fianco, ma quando lo fece.. ahime.... fu troppo tardi...
    qui una citazione che ti piace tanto tanto
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    link alla role: (nome+link della role) ...MA VEDEVA LEI, COME SI VEDE IL SOLE, ANCHE SENZA GUARDARE
    è una role tra sensates della stessa cerchia? (se sì specificare la data di chiusura della role) sì . 07.01.18
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    [QUOTE=ƒrecklës,16/11/2017, 00:42 ?t=58545694&st=15#entry428721369]
    Harriett Lowry
    26 anni
    umana
    etero

    Arrivati a destinazione, Harriet spense il motore e si precipitò da Zane agguantando maestralmente un pò di cotone imbevuto e massaggiando delicatamente l'occhio per pulirlo da eventuali residui, averlo davanti le diede modo, anche se non così tanto come forse le sarebbe stato necessario averne, per studiare la sua figura, le sue espressioni, il suo sguardo socchioso ed il timbro della voce mentre metteva in chiaro che non le stava raccontanto frottole ne piantando una scusa tirata fuori a caso, magari qualcosa di abbastanza mirato e studiato che apparisse credibile, questo ovviamente non poteva saperlo ma per quanto la riguardava c'era un pizzico di delusione nello scoprire che il proprio partner non era una persona energica e vitale così come lo era lei, propositiva ed incline alle nuove amicizie prendendo tutto un pò più con il sorriso perchè in fondo la vita era già abbastanza amara per metterci del proprio con musi lunghi e battute d'arresto, ci voleva sprint, energia e una dose di positività sufficiente per concludere le giornate senza prendere a testate il muro. Ti conosco sì e no da un’ora, per quale motivo dovrei darti confidenza o sforzarmi di essere amichevole con te? Solo perchè lo vuoi tu? Lowry intendo essere un ottimo collega e ne hai avuto la prova prima quando ti ho salvato il culo entrando nell’edificio per aiutarti ma questo... Non ha niente a che fare con il rapporto extra lavorativo e interpersonale che intratterrò con te. Non mi devi piacere o stare simpatica, non devo ridere alle tue battute e se ti dico che da manuale la sirena va tenuta spenta tu la spegni perchè se non sei una stupida, e credo che tu non lo sia, allora capirai che le regole e i manuali esistono per un motivo. Se cerchi un amico trovalo altrove se vuoi qualcuno che parli con te di elefanti unicorni o di fidanzati che ti hanno spezzato il cuore vai su internet e cercati qualcuno che sia disposto a prendere the e pasticcini. Io e te dobbiamo solo lavorare insieme e questo è quanto. . Alle volte era faticoso essere più forti dei giudizi della gente, era difficile mantenere lo stesso livello di energia quando ci si ritrovava a contatto con persone che mettevano a dura prova l'ottimismo degli altri o anche solo i piccoli sforzi che persone come lei facevano per andare avanti, per prendere la vita un pò meno sul serio e prendendosi anche un pò in giro, scherzare e ridere per evitare che il peggio e le delusioni e tutte quelle cose che non andavano come avremmo voluto, ci gettassero nello sconforto più totale. Non ci restò male, lo ascoltò in silenzio mentre rimetteva a posto il kit e gettava via i pezzi di cotone; sua madre l'aveva sempre messa in guardia da persone diverse da lei, le aveva sempre ripetuto che per quanti sorisi ella avrebbe potuto regalare agli altri, ci sarebbe sempre stato qualcuno che non l'avrebbe capita, o apprezzata o appoggiata perchè il mondo è diverso e perchè le persone non sono tutte uguali; in un certo senso era per quello che mantenava i nervi saldi ed il controllo di se; molto spesso la gente scambiava i suoi sorrisi ed il suo entusiasmo per debolezza e superficialità, ma Harriet non era solo autoironica e divertente, non era solo spensierata e a tratti eccentrica, era anche una ragazzina forte, audace, intraprendente, che sapeva il fatto suo ed aveva trovato un putno di forza così saldo dentro di se da impedire agli altri di abbatterla e sovrastare tutti quelli che come Zane le davano contro. Una parte di lei ammirava il suo senso del dovere, il suo lineare modo di agire e il suo bisogno di essere sempre preparato, ma l'altra parte, quella che veniva alimentata dalle piccole cose, credeva che forse Zane non si fosse mai concesso di prendersi un pò in giro e così facendo si era perso tanto di se stesso di cui privava anche gli altri. Non avrebbe messo il muso, non avrebbe abbassato lo sguardo ne tagliato corto con il discorso perchè se c'era una cosa che detestava, era far credere alla gente di averla in pugno, di avere il potere di ferirla o di colpirla nei punti più sensibili. Alzò le spalle sottili e ravvivò la chioma biondo cenere se mai dovessero fare un concorso sulla simpatia ricordami di iscriverti, di sicuro arriveresti in finale.. non dico che vinceresti, magari c'è qualcuno ancora più anti divertimento di te, ma non si può mai dire!, arricciò il naso scuotendo il capo anche se continuava a ricordare il fatto che le aveva appena confessato di non sentirsi in dovere di ridere alle proprie battute. C'erano stati altri prima di Zane, altre persone che erano passate per il distretto e che le erano state affiancate; con alcune il feeling era stato immediato, con altre c'era voluto più tempo. Qualcuno aveva pensato che fosse un pò troppo sopra le righe, altri l'avevano trovata contagiosamente ironica, ma tutti prima o poi avevano finito per apprezzare la sua eccentrica personalità perchè per quanto folle fosse Harriet aveva il potere di portare un pò di sole nelle giornate degli altri quando il malumore la faceva da padrone, ma non era solo caramelle e unicorni come la descriveva Zane; aveva una maturità sviluppata per la sua età, sapeva diventare seria ed ascoltare e sapeva consigliare come poche persone erano in grado di fare, ma era chiaro che se Zane non era interessato che ad una prima e superficiale impressione di lei, Harriet non avrebbe potuto convincerlo, almeno non alla loro prima uscita come partner; forse gli ci voleva del tempo, forse conoscendosi, imparando a contare l'uno sull'altro, tutto sarebbe venuto più naturale. Ammiccò a spalle tese e tornò al posto del guidatore per riaccendere il motore e tornare in caserma e mentre si immetteva nel traffico lo osservò con la coda nell'occhio ed un risolino divertito comunque nessuno mi ha spezzato il cuore! e poi.. cosa ti fa credere che non possa essere io una che spezza i cuori?, si fermò al semaforo arancione e ne approfittò per cercare lo sguardo di lui anzi no, non me lo dire! era chiaro che lo stesse prendendo in giro, una piccola parte di lei desiderava fargli capire che quella non era che una parentesi appena accennata che non avrebbe certo ceduto ai suoi musi e i suoi perentori modi di fare, una come lei non avrebbe mai potuto sopportare silenzi imbarazzanti o rapporti fatti di solo lavoro, era andata avanti sapendo che c'era sempre dell'altro. Gli concesse il silenzio assoluto solo per il tragitto di ritorno, perchè lui avesse un piccolo accenno di quanto evidentemente si aspettava dal loro lavoro assieme. parcheggiata l'ambulanza, Harriett sistemò il retro dell'ambulanza come faceva ogni volta recuperò le ultime cose e si tolse il giaccone per dirigersi all'interno della struttura ma prima di compiere un altro passo affiancò Zane e per la prima volta da che era cominciata la loro giornata assieme, trovò la forza per essere fiera e seria, ma sempre estramemente onesta; si appoggiò allo sportello e lo guardò ascolta! è chiaro che io e te siamo diversi, agiamo e pensiamo e lavoriamo in modo diverso; ma io non sono una principessa disney che sogna unicorni, così come non voglio credere che tu sia davvero solo il serioso musone che sembri. Facciamo un lavoro stupendo, aiutiamo le persone, e anche se i rischi che corriamo non sono uguali a molti altri nel nostro stesso campo, alle volte un pò di sorriso ci vuole... non aiuta soltanto te, e non per questo significa che una persona è meno brava nel suo lavoro o immatura... !, strinse la giacca contro il petto ed inspirò a fondo sono brava nel mio lavoro, anche se forse tu non ci credi.. e non ho intenzione di passare le giornate in silenzio, a parlare solo di lavoro o ad essere costantemente seria.. quindi se è silenzio e pura devozione che vuoi, allora forse dovresti chiedere di cambiare partner!, accennò un sorriso, semplicemente perchè dentro di se sperava che Zane le desse un'occasione, ma che capisse anche che se avesse fatto richiesta di esssere riassegnato lei non si sarebbe arrabbiata ne ce l'avrebbe avuta con lui detto ciò.. si staccò dallo sportello ottimo lavoro oggi! e buono studio per stasera.. se cambi idea sai dove trovarci!, sapeva che non l'avrebbe mai visto comparire sulla soglia del locale, così come il pensiero di quante delle persone che conosceva avrebbero trovato affascinante quel suo burbero ed introverso modo di fare, la fece sorridere. Alzò le spalle, e scomparve all'interno della caserma.
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    ©Character sheet by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
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    Kaleb Darling • human • sheet
    titolo canzone @autore
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    Era come un fiume in piena. La mia testa continuava a macinare pensieri su pensieri, era come se non fossi in grado di razionalizzare quanto mi avesse detto, barcollavo tra l'incredulità e la confusione e sapevo che avrei dovuto sentirmi sollevato del fatto che finalmente ero stato messo al corrente della verità, ma mi domandavo quanto ne fosse valsa la pena dato l'assurdità della cosa. E vacillavo, perchè una parte di me avrebbe solo voluto domandare ancora e ancora, finchè anche il più piccolo dubbio non fosse stato dissipato, ma ero abbastanza convinto che il primo ad essere confuso fosse proprio Manuel che per tutto il racconto mi aveva dato l'impressione di qualcuno che era scappato da qualcosa senza davvero capirla appieno; dall'altra parte desideravo solo chiudere fuori i pensieri e godermi quell'istante con lui, quello che per quanto mi impegnassi non riuscivo a non vedere come una sorta di seconda occasione e che mi rendeva impossibile non ammettere che in realtà avevo provato a scacciarlo dai pensieri, forse persino dai ricordi, ma mi accorgevo di quanto mi fosse mancato in ogni piccolo istante che trascorrevamo assieme in quell'appartamento che mai mi sarei aspettato l'avrebbe ospitato. E magari c'erano ancora milioni di incertezze e di problematiche e di paure, ma ora che sapevo la verità, ora che lui era li, per quanto tempo fosse rimasto non mi importava perchè avevo l'occasione di fare le cose diverse, di impedirgli di agire di nuovo in maniera solitaria ed egoista e quando e se avesse scelto di partire di nuovo avrei potuto domandarmi se fossi pronto a mollare tutto e partire con lui, accettare una vita fatta di fughe e di occhi alle spalle, una vita piena di incertezze e di instabilità ma comunque una vita con lui. "mi dispiace" . In realtà mi resi conto che non erano le scuse ciò di cui necessitavo, non era quel "scusa" che avevo aspettato dal momento in cui se ne era andato; tutto ciò che avrei voluto era una chance, una spiegazione immediata e la possibilità di scegliere da che parte stare così che ora avrei avuto solo e soltanto me da colpevolizzare perchè era questo che dopotutto era abituato a fare, una parte importante di me che volevo la facesse da padrone più di qualsiasi altra cosa, nella vita dell'uomo che avrei voluto essere: maturità, saggezza, la capacità di scegliere con il cuore ma anche con razionalità e la capacità di prendermi le responsabilità per quanto dure avrebbero mai potuto essere. Avevo odiato lui per avermi tolto la possibilità di sentirmi me stesso, di fare una scelta ponderata e mossa solo ed esclusivamente da ciò che io avrei voluto fare e forse in quel frangente avrei avuto la piena consapevolezza di quanto forti fossero i sentimenti che nutrivo per lui. Ma poi c'era un'altra parte, più ingenua e frettolosa che continuava a darmi dell'idiota perchè stavo perdendo tempo a rimuginare a rfilettere e a impuntarmi su un insieme di cose che ormai appartenevano al passato, a congetture che ormai non avevano più alcun senso quindi non aveva importanza che io continuassi a pensare all'egoismo che l'aveva mosso e costretto a lasciarmi in tutta fretta spaventato e confuso credendo che quella fosse la cosa giusta, e a ciò che invece avrei fatto io se fossi stato al suo posto; tutto ciò che avrei dovuto pensare era al presente, al momento da condividere con lui, a tutto ciò che d'ora in avanti,se entrambi l'avessimo voluto, avremmo potuto avere. Alla fine sorrisi e basta, deciso a rimandare ogni sorta di assurdo pensiero confuso ad un momento in cui avrei potuto rifletterci da solo e non mentre avevo una delle mie più forti distrazioni proprio seduto di fianco. Saltai distrattamente da un canale all'altro, fingendomi di non accorgermi del suo sguardo fisso addosso che dio, riusciva ancora a rendermi nervoso neppure fosse la prima volta che restavamo da soli a casa, così dannatamente vicini. Mi fermai su un canale che trasmetteva quegli assurdi giochi senza frontiere, mi fissai a guardare un cinese grassottello che rotolava giù da una parete finta e si preparava per saltare su dei cerchi di gomma posizionati su una piscina rettangolare... mi sei mancato, quando la voce di Manuel mi arrivò alle orecchie ringraziai mentalmente di aver appoggiato la birra sul bracciolo del divano perchè l'improvviso mancato contatto con la realtà mi fece quasi barcollare, per quanto assurdo potesse sembrare dato che ero seduto. Mi presi qualche secondo prima di girarmi verso di lui, alzai infine gli occhi al cielo e lo guardai fingendomi spazientito anche se in realtà avrei solo voluto baciarlo, stenderlo su quel divano e smetterla di fingere di avercela a morte con lui. dannazione Manuel! sbottai tra me e me, forse ce l'avevo più con me stesso che con lui in tutta onestà. Ero arrabbiato con il mio modo di fare, con il mio bisogno di sentirmi sempre dalla parte del giusto, di essere conscio di ciò che facevo, che pensavo e che dicevo, ma ogni volta mi ritrovavo a maledire il fatto che la sua vicinanza, la sua presenza, avessero il potere di confodermi le idee e farmi agire in modo avventato quanto sconsiderato. sto provando a fare la cosa giusta.. ad essere quello che mantiene il controllo della situazione .. "essere l'uomo maturo che non si lascia guidare dalla parte bassa del corpo" avrei voluto ammettere, ma non lo feci perchè avevo imparato che forse non era così tanto un bene dare a qualcuno tanto potere su di se, e mostrarmi eccessivamente razionale poteva a volte portare ad un effetto inverso. "ma tu rendi tutto maledettamente difficile" , ammisi infine; e sapevo che non lo faceva con cattiveria, che la mancanza che sentiva era sincera non perchè gli credessi in modo incondizionato, dio non ero ancora diventato tanto sciocco e credulone, ma perchè conoscevo i suoi occhi e quelli, ero abbastanza sicuro, non fossero capaci di mentermi; ma questo non poteva essere un pretesto. Non volevo le ennesime scuse, non volevo che si sentisse in colpa, ma piuttosto volevo che capisse che il mio non spingermi oltre era dato dal bisogno di mantenere un contegno, essere rispettoso del fatto che prima del bisogno che avevamo l'uno dell'altro, c'erano frammenti di fiducia da recuperare e lacune da compensare che solo il tempo avrebbe forse potuto rimettere a posto, ma mai avrei voluto che pensasse che non nutrissi il suo stesso sentimento o che qualcosa per me fosse in qualche modo cambiato. Ripresi in mano la birra e ne diedi un lungo sorso, interrompendo il contatto visivo e puntando lo sguardo chiaro sulla tv, e mi sei mancato anche tu!, affermai infine, in tono cauto e sottile, ma anche retorico, perchè desideravo maledettamente che lo sapesse, che avesse anche solo la più piccola certezza che quel sentimento non era mutato.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.
  10. .
    cerchia di: Argo Maximoff
    link alla role: resta fino all'imbrunire
    sensate partecipanti alla role: Castiel Fox & Devis Reed
    data apertura role: 11/11


    cerchia di: Negan Taylor
    link alla role: PIAN, ANGER, BROTHERHOOD
    sensate partecipanti alla role: Aleksej Kegaan Volkov & Beau Lee
    data apertura role: 15/12
  11. .
    Brody Evans umano libero Cluster Età: 27 Miami
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    Citazione a caso che ti piace tanto o info che vuoi tu
    Alle volte l'orgoglio poteva davvero combinare dei seri Casini! Accidenti a lui e al non voler dare la soddisfazione alle persone che si burlavano della sua persona. Quando era solo un ragazzino l'animo un tantino sopra le righe di Brody aveva allarmato i genitori convinti che a lungo andare quel suo modo di fare un po diverso dagli altri l'avrebbe portato ad essere vittima di bullismo eppure ciò non si era verificato e alla fine Brody aveva trovato qualcuno di così tanto simile a lui da non sentirsi mai diverso. Negli anni lui ed io trio erano diventati una sorta di cupola chiusa dentro alla quale tutti potevano entrare,avere un assaggio di quelle tre personalita così diverse eppure tanto complementari tra loro ma a nessuno era concesso di rimanere perché in fondo nessuno era mai stato in grado di comprendere l'essenza preziosa di quei tre personaggi. Poi in realtà le differenze tra loro erano palesi,tanto diverse anche nei modi di affrontare le situazioni. Brody aveva guardato Rex con aria dubbia incapace di capire se fosse confuso o sbalordito,quando non aveva mascherato l'attrazione nei confronti di Zelda vestita in modo provocante e non con la maxi felpa da uomo con cui l'aveva vista lui l'aveva ritrovata a casa di Travis. Si era domandato se stesse complimentandosi con lei in quanto sorella di Travis, come se servisse per aiutare l'ego di una bambina che da piccola era più bassa e parecchio cicciottella, o se invece agli occhi del loro migliore amico Zelda apparisse davvero come una sexy diavolessa degna di attenzioni. Brody l'aveva guardata a lungo, anche se a parole non aveva fatto altro che darle contro, in verità inconsciamente l'aveva guardata piuttoosto intensamente al punto da dover ammettere che la ragazzina goffa e paffuta che lui ricordava come una palla al piede che nessuno avrebbe mai degnato di uno sguardo, dato che oltre che nell'aspetto ricordava un maschiaccio anche nel carattere, con il tempo aveva raggiunto un aspetto minuto e formoso nei punti giusti che - per necesistà - sapeva valorizzare alla perfezione. Si era dato e continuava a darsi del cretino perchè piuttosto che spendere una parola di cortesia e di apprezzamento verso la mora aveva invece mantenuto orgogliosamente il suo odio nei suoi riguardi come se cedere anche solo un pò avrebbe potuto farlo apparire debole e forse, dal punto di vista di Travis, era meglio che tra lui e Zelda non corresse buon sangue dato che sembrava apprezzare molto di meno le spudorate avance che Rex le stava rivolgendo. Fu decisamente quindi ben lieto di abbandonare tutti gli altri per dirigersi con il suo trio all'interno della festa dove aveva uno scopo preciso, oltre che divertirsi, anche di vincere quella fantomatica sfida per evitare che Rex intaccasse il suo orgoglio ancora una volta. Si precipitò dapprima sul buffet, agguantando qualche pizzetta prima che venissero spazzolate dagli altri, poi un bicchiere di birra alla spina, per poi immergersi nel caos della festa alla ricerca della sua preda. Aveva deciso che per quella sfida avrebbe avuto standard alti, che non si sarebbe limitato a giocarsi un appuntamento al birra pong che ne che avrebbe finto di possedere un allevamento di renne nel Vermont, sarebbe stato se stesso, anche se questo avrebbe voluto dire metterci il doppio del tempo perchè Brody, così come Travis, avevano di norma un aspetto esageratamente piacente, erano entrambi alti, con gli occhi chiari e sfoggiavano fisici prestanti sebbene non potessero far invidia a Toretto,ma avevano qualcosa che molti non avevano e che se per loro era considerabile un pregio, per le donne era ancora un punto a sfavore: un modo di essere particolare. Erano divetenti, esuberanti, ma così eccentrici che di norma non era facile avvicinarsi a loro, capire interamente i loro pensieri o il perchè delle cose che facevano, ecco perchè Brody si era convinto che la donna che avrebbe accettato anche la sua disarmante follia, sarebbe stata quella perfetta per lui. Raggiunse nuovamente i suoi amici e ridacchiò notando l'espressione in tralice di Rex che era li, ma non sembrava esserci veramente tanto che gli passò una mano davanti agli occhi perchè rinsavisse e non facesse la doccia a Travis. ”Allora? Hai già trovato quella povera donna da mettere in croce? Mi raccomando, non un caso umano, Nancy la chiattona non vale perché anche se si è dimagrita parecchio ha ancora un’autostima così bassa che venererebbe persino uno come te. Brody gli diede una spallata se non ti innaffia Rex con la birra giuro che lo faccio io! tu piuttosto.. hai smesso di spogliare con gli occhi l'amica di Zelda e di pensare a quanto belli saranno i vostri bambini?; lo rimbeccò sogghignando. Il bello della loro amicizia si vedeva nelle piccole cose, anche nel modo di osservarsi reciprocamente e notare atteggiamenti che a tutti gli altri sfuggivano. Magari non stavano li costantemente a rimproverarseli o a prendersi in giro, ma Brody e gli altri due vedevano tutto di ciò che riguardava l'altro,quindi, sebbene prima fosse rimasto in silenzio, a Brody, e immaginava neppure a Rex, era sfuggito il modo in cui l'amico aveva imbabolato lo sguardo sulla moretta che gli era stata presentata. e comunque no, niente Nancy,voglio mirare in alto. Non dico la regina Elisabetta ma quasi... forse dovrei trovare il modo di restare da solo con la moretta dietro di me.. la vedi? quella col vestito azzurro e quelle enormi tette? mimò il davanzale della mora che pochi metri da lui se ne stava vicino al tavolo da biliardo a chiacchierare con altre due ragazze .
    Citazione a caso che ti piace tanto
    o info che vuoi tu
    Insomma, fai quel cazzo che ti pare e piace!
    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
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    Kaleb Darling • human • sheet
    titolo canzone @autore
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    Alle volte usciva di nascosto dall'orfanotrofio, mi scriveva chiedendomi se fossi sveglio, e poi pochi minuti dopo arrivava sotto casa mia, bussava alla porta sul retro e senza fare troppo rumore lo facevo salire in camera mia. Chiudevo sempre a chiave perchè mia madre e mia sorella sapevano la verità, ma mio padre continuava a credere che io e Manuel fossimo solo due buoni amici che passavano del tempo assieme, non era proprio il caso che aprisse la porta trovandosi davanti noi due avvinghiati, soprattutto non era proprio il modo che avevo pensato per dirgli finalmente la verità. Il più delle volte poi, non capitava assolutamente nulla. Ci sedevamo sul pavimento della mia stanza, con le schiene poggiate ai piedi del letto a vedere qualche stupido programma televisivo con il volume al minimo perchè in fondo tutto ciò di cui ci importava era passare del tempo assieme. Capitava tutto lentamente ma in maniera naturale; le mani pian piano si avvicinano tra loro fino a sfiorarsi, giravamo la testa l'uno verso l'altro e i nostri sguardi si incontravano alla fine quel bacio tanto atteso arrivava ma solo una volta ci eravamo spinti tanto oltre da fare l'amore. Avevo ricordato per anni quel momento, in ogni dettaglio come fosse appena accaduto; ricordavo le nostre risate soffocate, ricordavo il calore dei nostri corpi, e ricordavo quanto difficile fosse stato trattenersi dal gemere forte per le carezze, per i baci, e per quella fusione di corpi che mi aveva fatto capire come ci si sentisse ad essere parte della vita di qualcuno di cui volevi disperatamente essere più di un amico. Sentirgli dire che il motivo per cui non mi aveva detto nulla era anche perchè temeva che avrei scelto di andare con lui mi rincuorò solo in parte perchè se non altro gli era chiaro che ciò che provavo con lui non era un sentimento superficiale o effimero, ma qualcosa di reale e di importante che mi aveva dato più conferme di quante credevo me ne servissero. Però. però... diceva che ero importante, diceva che non voleva costringermi a seguirlo, a fare la vita che faceva, ma non mi avresti costretto. Dovresti aver capito che quello che faccio è una mia scelta che non mi lascio condizionare.. se avessi scelto di seguirti l'avrei fatto accettando ogni conseguenza e soprattutto lo avrei fatto perchè era ciò che volevo davvero! non potevo dire di avere la certezza - all'epoca - che la nostra relazione sarebbe stata forte abbastanza da durare per tutta la vita, non ero certo che saremmo durati .. dopotutto certezze del genere chi le ha per davvero? ma credevo in ciò che eravamo, credevo in ciò che sentivo quando stavo con lui e questo mi bastava per credere fermamente nella nostra relazione al punto da essere pronto a fare delle scelte. Mi chiesi cosa mi aspettassi dalle sue risposte, cosa desiderassi sentirmi dire ora che ci trovavamo nella stessa città, ma a dirla tutta non ne avevo idea;sentivo la testa piena di pensieri, di ragionamenti e di caos che iniziava a farmi male; Il fatto che avesse scelto di fermarsi per un pò più di tempo mi dava speranza che forse avremmo potuto, pian piano, recuperare gli anni di omissioni. Inspirai a fondo decidendo che per quella serata forse lo avevo messo sottopressione abbastanza da potergli concedere una tregua. Mi allontanai dal bancone e tornai al tavolo, presi con la mano libera il cartone con la pizza e le due birre ed in completo silenzio senza rispodergli spostai tutto sul tavolino in salotto, se così poteva essere definito il divano davanti al televisiore che stava a trenta metri dal tavolo della cucina. Accesi la tv e tornai da Manuel prendendo la sua mano e trascinandolo, ancora in silenzio, insieme a me. non credo di poter accettare tutto questo, non in così poco tempo. E' come se dovessi assimilare tutto. Sono arrabbiato, perchè mi hai privato della possibilità di scegliere da solo credendo di sapere cosa fosse meglio per me! e sono arrabbiato con quelli che ti hanno fatto questo... perchè continuo a chiedermi se qualcosa sarebbe potuto essere migliore se tu ne avessi fatto parola con qualcuno.. e alzai l'indice verso di lui per zittire qualsiasi cosa se avesse voluto parlare ed interrompermi .. e non dire che non sarebbe cambiato niente perchè non lo sai! non sai se le cose sarebbero potute essere migliori.. , forse era paura, forse voleva essere forte, forse credeva davvero che nessuno gli avrebbe creduto, o forse per ingenuità fatto sta che una parte di me gli rimproverava di non aver detto nulla non solo a me, ma a nessuno. .. ma mi sei mancato... e mentirei se ti dicessi che non ho pensato mai a te .. quindi ora godiamoci il resto della serata domani riprenderemo l'argomento.. , avevamo fatto entrambi uno sforzo enorme, lui a sfogarsi, io a capire, e forse ci meritavamo qualche ora di quiete. ricordi quando ci sedevamo per terra in camera mia a guardare stupidi programmi? , lo precedetti sedendomi sul divano e recuperando un pezzo di pizza e la birra.
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    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.
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    RexUmano Single Cluster 28: XX Miami
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    Ma se in inglese Car è macchina e Man è uomo, allora mia nonna Carmen è un transformer?

    aveva provato decine di volte ad immaginare il momento in cui avrebbe abbandonato ogni difesa e confessato a Brody e Travis cosa fosse e cosa fosse in grado di fare. Essere un sensate non era una passeggiata, sebbene non gli fosse capitato ancora nulla di pericoloso una delle cose su cui Ariel l'aveva messo al corrente era stata la fiducia, il fatto che non tutti quelli che erano come loro si trovavano dalla parte giusta e che non tutte le persone che dicevano di esserci amiche lo erano per davvero. Ma Rex avrebbe affidato ai suoi due fratelli non consanguenei la sua intera vita per quanto fosse certo che avrebbero combinato qualche guaio non c'era nessuno di cui si fidava maggiormente. Però non era una passeggiata. "Brody ho bevuto io il tuo prezioso vino del '89; suonava molto più facile di "ehy, sapete che in realtà sono un homo sensorium e che parlo da diversi anni con una ragazzina che vive praticamente in Africa rispetto a me e che non ricordo di aver mai visto in vita mia? ah no scusate, non parliamo soltanto. Noi ci visitiamo, vi sfioriamo, litighiamo e ci guardiamo negli occhi come fossimo nella stessa stanza e lei vi vede tutti, vi vede sempre.. e pensa anche lei che siete degli idioti! , era ben diverso. Porca miseria non c'era niente che avrebbe voluto di più se non dire la verità alle due persone più importanti della sua vita ma se da una parte temeva di metterle in pericolo, dall'altra aveva anche paura che loro - per la prima volta - lo prendessero seriamente per un pazzo che andava dicendo stronzate a destra e a manca. ma negli ultimi tempi Rex si accorgeva di quanto faticoso fosse stare dietro ad Ariel e a quello che non riusciva a capire di provare per lei, era gelosia? era protettività? si conoscevano da tanto ormai, ler era più piccola di lui, forse era quello... istinto protettivo verso una persona a cui ormai si sentiva legato. Ma se fosse stato davvero solo per questo non avrebbe dovuto desiderare di poterla avere vicino ... vicino per davvero, in determinati momenti della sua vita . Era frustrante non poter essere sincero al cento per cento verso coloro con cui era cresciuto e che non gli avevano voltato le spalle e che, come nelle più grandi storie d'amore, l'avevano aspettato anche quando le loro strade si erano momentaneamente divise. Seguì Mandy e le sue lunghe gambe per un istante, poi si perse di nuovo nei discorsi giustificatori di Ariel scuotendo la testa e ringraziando mentalmente la musica alta alla sua festa che gli permetteva di non sembrare pazzo ma solo uno un tantino brillo che cantava a voce alta Mi faccio le idee in base a quello che vedo, e Mandy non è propriamente il genere di ragazza tranquilla che ti tiene sulla giusta via!, Ariel dispensava sempre commenti su Brody o su Travis, sparava senza pensare ai colpi e per quanto lui sapesse che alle volte riuscivano a superare la soglia dell'umana comprensione di idiozia. non le aveva mai impedito di dire la sua opionione; ma tra le idioti scommesse dei suoi amici e i vestiti succinti di Mandy c'era un abisso enorme; il problema è che Mandy rappresentava un pò il genere di ragazza per cui lui stesso o i suoi migliori amici, finivano per crollare, el l'idea che istingasse anche Ariel non gli andava davvero a genio. Finse di non starla ad ascoltare mentre si rigirava la frittata secondo i suoi comodi ma quando gli domandò se fosse un problema Rex rubò di mano il bicchiere che Travis si era appena riempito e lo buttò giù tutto d'un fiato per guadagnare tempo per la risposta, perchè in verità non voleva dire nulla che lo esponesse ma non voleva neppure dirle una bugia perchè era da che si erano conosciuti sensorialmente che non si erano mai mentiti. scusami se non mi piace l'idea di vederti somigliare a Mandy!in verità non la odiava, era dopotutto la migliore amica di una persona che per lui era importante, ma da qui ad accettare il suo superficiale stile di vita ci passava un oceano. In realtà non gli piaceva l'idea che altri ragazzi sbavassero dietro a una gonna corta,o a delle gambe scoperte o che facessero pensieri sessuali su di lei. Ma questo oviamente non poteva confessarglielo o si sarebbe ritrovato ben presto in una situazione di svantaggio in cui lei teneva il coltello dalla parte del manico.La spiegazione del cambio d'abito quasi gli diede il mal di testa tanto che fu costretto a spostarsi dal centro del rumore dove si trovava per recarsi dove la musica sembrava vagamente più bassa. Il problema è che non sopportava che lei avesse quei cambi di umore, sapeva partire ironica e finire col fare un uscita di scena melodrammatica in cui in un modo o in un altro riusciva comunque a punzecchiarlo facendolo passare per quello con la colpa da cui era partito tutto. Irrigidì la mascella schiarendosi la voce. ma io ho già vinto! ti ricordi della diavolessa?, la punzecchiò a sua volta. Era questo che non capiva del loro rapporto. Un minuto prima sembravano due amici che si strattonavano affettuosamente prendendosi in giro ed un secondo dopo si davano contro come fossero l'uno parte dell'altro e ci fosse una gelosia incontrollata che però non riuscivano ad ammettere con i diretti interessati. Ma c'erano limiti e confini che alle volte era bene non superare e se avesse insistito avrebbe dato troppo terreno ad Ariel. Inspirò a fondo e trattenne il fiato quando la vide scomparire dalla sua realtà si mise nuovamente ad urlare traaavis! Brodyyyy! ho bisogno di bere... , si infilò nuovamente nella folla per riacciuffare i suoi due amici e smetterla di pensare una volta per tutte. Si sarebbe divertito, avrebbe tenuto fuori Ariel da quella festa e avrebbe fatto di tutto per non vedere cosa stesse combinando lei. Dopotutto se non vedeva non poteva provare gelosia, o rabbia, no?
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  14. .
    RexUmano Single Cluster 28: XX Miami
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    Ma se in inglese Car è macchina e Man è uomo, allora mia nonna Carmen è un transformer?

    è difficile credere che tu non sia geloso quando dici queste cose! . All'interno la festa era decisamente meglio. Perse Brody praticamente subito, distratto da un pon pon di cotone attaccato al sedere di una ragazza vestita da coniglietta; Così aveva affiancato Travis verso la zona "alcool" per prendere da bere. La casa era abbastanza grande, disposta su due livelli e c'era gente ovunque; persone che in salotto giocavano a birra pong, coppie che pomiciavano lungo la scala per il piano di sopra; la cucina strabordava di gente che teneva in mano ciotole di salatini e di patatine e nell'aria permeava l'odore di erba, il tutto condito con la giusta dose di musica che pompava nelle casse appese ai lati del muro in soggiorno. Ma in realtà Rex si rese conto che stava semplicemente facendo caso ai dettagli per non pensare a ciò che stava accadendo nella sua testa. Erano anni che lui ed Ariel si visitavano, anni in cui si erano visti praticamente in ogni modo: arrabbiati, tristi, affranti, divertenti. Lui conosceva tutto di lei e Ariel conosceva tutto di lui perchè prima ancora di far ritorno a Miami, Brody e Travis erano stati nei suoi racconti mille e mille volte perchè loro come nessun altro per lui, odorava di casa. Ed in tutti quegli anni c'erano stati momenti, diversi momenti per la verità, in cui entrambi sembravano sul punto di dire o di fare qualcosa, perchè lui era certo che il legame tra sense fosse solo un pretesto per non leggersi davvero dentro, perchè dare la colpa a qualcosa che non potevi comandare era sempre sembrato più facile. Eppure c'erano momenti - come poco fa in giardino - in cui sembrava che tra loro fosse in atto una specie di sfida, qualcosa di molto meno idiota di quella che aveva invece tirato su con i due migliori amici; senza contare che Ariel ironizzava sulle sue battute ma alle volte sembrava infastidita dalle situazioni che Rex viveva. C'erano stati momenti in cui lui aveva dato a lei la precedenza, facendosi condizionare dall'affetto che provava per Ariel mettendola al primo posto anche se non era fisicamente li con lui. Ricordava quando si era svegliato una mattina sentendo gli starnuti di lei, ricordava di averla vista con le guance ed il naso completamemte rossi e con una scorta di fazzoletti sempre dietro. Quando Ariel aveva avuto l'influenza lui aveva iniziato a frequentarsi con una certa "Veronica" , conosciuta in un locale e con la quale si era ritrovato d'accordo su moltissime cose al punto da prendere in considerazione l'idea che uscire con lei non sarebbe stato poi così male. Si era preparato, si era vestito ed aveva raggiunto Veronica in un piccolo pub che faceva musica rock e vendeva birra tedesca. A neppure metà serata si era ritrovato catapultato in camera di Ariel, nuovamente in preda asgli starnuti. Ariel era minuta, non era solo molto più piccola d'età di lui, era proprio fisicamente uno scricciolo. Aveva una corporatura molto esile, il seno piccolo e due grandi occhi, vederla dentro al letto con il naso gocciolante e gli occhioni lucidi gliel'aveva fatta vedere ancora più piccola di quanto non fosse ed un misto di tenerezza e divertimento l'avevano assalito al punto da fingere di dover andare in bagno solo per chiederle se desiderava qualcosa. Ariel aveva storto il naso, come se avesse stilato una lista di contro nei confronti dell'accompagnatrice ma fosse semplicemente troppo influenzata per stilarli tutti a raffica senza iniziare a tossire. Rex aveva finto di crederle che andasse tutto bene ed era tornato dalla ragazza sedendosi al loro tavolino e per l'ora successiva aveva cercato di non badare agli starnuti che sentiva. Ma poi aveva iniziato a pensare. Si era chiesto se fosse stata Veronica quella ammalata come avrebbe reagito e la risposta fu così sbalordivamente illuminante che aveva finto un malore e con una scusa aveva lasciato Veronica al locale per tornare a casa e comparire nella stanza di Ariel. In realtà non aveva fatto nulla di che, ma si era seduto sul letto di lei e l'aveva osservata a lungo, trattenendo i sorrisi quando la vedeva starnutire, trovandola stranamente buffa ma anche adorabile quand si soffiava il naso, ed infine l'aveva accarezzata da sopra le coperte quando l'aveva vista addormentarsi, finalmente rilassata. L'aveva trovato strano. Aveva trovato assurdo che avesse mollato su due piedi un appuntamento reale per stare con qualcuno che non era davvero a casa con lui, era certo che in caso l'avesse raccontato a qualcuno gli avrebbero dato del pazzo, ma lui non si era sentito così neppure una volta. Ecco quale era il problema: Ariel era una specie di eccezione per lui, ma non capiva a cosa questo fosse dovuto; se c'era la profonda amicizia che avevano instaurato negli anni o se c'era qualcosa sotto su cui lui non aveva effettivamente mai ragionato. era rimasto in silenzio dopo l'affermazione di lei, aveva finto di non sentire ed aveva limitato tutto ad un'alzata di spalle prima di lasciarla andare. Dopotutto lui aveva la sua serata, e lei aveva la sua tranquilla festa. Eppure bastò quella lunga riflessione su di lei per catapultarlo dove si trovava la moretta. Era evidentemente la stanza di Mandy, ormai aveva imparato a riconoscerla dopotutto erano anni che lui ed Ariel si conoscevano, come aveva già detto: conosceva tutto di lei... soprattutto le sue amiche, soprattutto i loro gusti, soprattutto i loro caratteri. Mandy? sul serio? hai detto festa tra-nqu-illa!. Mormorò vagamente stizzitio; Voltò lo sguardo solo un istante, scontrandosi non più sull'immagine infantile della ragazzina in stile cospaly che imitava il personaggio di una serie tv ma una giovane Audrey Hepburn in versione ancora più magra - se possibile. <b>ma che cazz.., non si era accorto di aver stretto il bicchiere di cartone che teneva tra le mani così forte da farne fuoriuscire il contenuto, se ne accorse giusto in tempo per non fare la doccia di birra a Travis al suo fianco. ... Ariel! ma che stai combinando... dov'è finita la ragazzina con il nome di un numero?, sbottò cercando di modulare la voce ma affidandosi al fatto che essendoci la musica, forse Travis non si sarebbe accorto che stava oggettivamente parlando da solo.
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    Kaleb Darling • human • sheet
    titolo canzone @autore
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    Mi sentivo sciocco a fargli delle domande, dentro di me nutrivo la consapevolezza che se avesse saputo più di quello che stava confessando, me l'avrebbe di certo detto. Aveva tirato fuori gli esperimenti, la paura, la confusione, tutta la verità negata per tutto questo tempo, eppure senza le dovute spiegazioni che giustificassero ciò chegli era stato fatto, tutto mi sembrava assurdamente irrilevanti ai fini della sua partenza. Certo comprendevo la paura. Era un ragazzino giovane dopotutto, solo al mondo, senza nessuno che si curasse di sapere cosa gli accadeva, ma il non poter andare oltre era a dir poco frustrante. Mi misi nei suoi panni, in quel ragazzino che veniva prelevato diversamente da tutti gli altri e sottoposto a esami, esperimenti e chissà che cos'altro senza che nessuno gli dicesse cosa stesse accadendo, e sentii una morsa allo stomaco stringere fino a sentirlo bruciare. Mi sentivo impotente e un pò arrabbiato, perchè con il senno di poi continuavo a chiedermi se sarebbe potuto cambiare qualcosa se lui fosse stato sincero sin da subito. Avrebbe potuto domandarmi se fosse normale, avrebbe potuto chiedermi se a tutti gli altri ragazzini era stato riservato lo stesso trattamento; togliersi dei dubbi magari anche senza entrare in particolari, invece si era tenuto dentro tutto e continuavo a pensare a quanto fosse stato difficile per lui trascinarsi dietro quel peso. Compresi il suo distaccato sarcasmo, l'ironia su qualcosa che non comprendeva come se ciò avrebbe in qualche modo potuto alleggerire il dolore, il peso dei ricordi; ma in realtà mi ero perso. La mia mente si era scollegata dalla realtà, costretta in un limbo immaginario nel quale rivedevo Manuel e gli esperimenti, Manuel da solo in una casa famiglia che avrebbe dovuto crescerlo, tenerlo al sicuro dal mondo esterno, proteggerlo come avrebbero fatto dei genitori veri se li avesse avuti; invece era stato gettato nelle grinfie di qualcuno che aveva fatto di lui ciò che voleva avvalendosi del fatto che un ragazzino ingenuo non avrebbe indagato troppo. Non ne ho mai parlato con nessuno principalmente perché non volevo che gli altri pensassero che fossi malato. Ma nello specifico non ne ho parlato con te per tante altre cose. Non volevo metterti in mezzo a tutti questi casini e... Non sarei riuscito a partire Kaleb, anche se tu fossi stato d'accordo non sarei riuscito a salutarti. È già stato abbastanza difficile così Avrei dovuto restare in silenzio, annuire e dargli il beneficio del dubbio accettando che - meglio tardi che mai - mi avesse detto la verità; ma i pensieri martellavano nella mia testa, tutti quei se, tutti quei ma, che non mi lasciavano in pace e che viaggiavano nella mente alla velocità della luce. Strinsi i denti con una smorfia non è forse quello che si fa in una coppia? ci si sostiene a vicenda, si è sempre sinceri, non importa quanto dolorosa sia la verità... e avresti potuto chiedermi di venire con te!, non volevo accusarlo di niente, ognuno faceva le proprie scelte ed oguno ne pagava le conseguenze, ma non riuscivo a non pensare che avesse scelto la strada più sciocca, quella di un vigliacco che aveva preferito scappare piuttosto che affrontare una verità, piuttosto che chiedere aiuto e pensare che le cose sarebbero potute essere diverse. forse non ero importante abbastanza da meritare la verità? o da meritare la possibilità di scegliere se seguirti o lasciarti andare?, il tono era cauto, non avevo voglia di un litigio ne di accuse, ma volevo che capisse come mi ero sentito io, e come mi sentivo ora che sapevo la verità - anche se non era lineare e soddisfacente come speravo - . Avrei potuto condividere con lui il peso della scelta, di lasciarci di comune accordo finchè le cose non si fossero sistemate, avrei potuto decidere di mollare New Orleans molto prima e di seguirlo ovunque, ma lui mi aveva privato della mia decisione e aveva scelto per entrambi. Strinsi nuovamente la presa indietro, sul bordo del mobile alle mie spalle cui mi ero appoggiato, nel momento stesso in cui mi aveva ridato l'immagine di lui bloccato inerme su un lettino con fili e aghi infilati ovunque; per quanto arrabbiato fossi, il bisogno di saperlo al sicuro sovrastava tutto e sapere che ero stato tenuto all'oscuro da tutto quello mentre ancora stavamo assieme mi mandava il sangue alla testa. Continuavo ad ascoltarlo, pensavo a come sarebbe andata se non ci fossimo rivisti, se lui non fosse passato per Memphis, se io avessi lasciato New Orleans e lui fosse tornato .. senza trovarmi. In un modo assurdamente confuso, c'era un pizzico di destino in quell'incontro perchè dopotutto ci aveva riunito oltre ogni previsione. Mi lasciai sfuggire un sorriso alla sua battuta "mister salame extra" perchè nel bene o nel male la sua gelosia solleticava il tono della sua voce, traspariva dai suoi occhi nel modo in cui mi parlava e da li capivo quanto ancora tanto di sincero e di inespresso ci fosse in lui riguardo me, riguardo noi. C'era astio e c'era rancore, questo era vero, perchè continuavo a riflettere sul fatto che mi aveva mentito e non si era appoggiato a me affinchè io fossi per lui una sorta di roccia, ma al di la di questo non potevo neppure negare di provare ancora quello che provavo solo sapendolo sotto al mio stesso tetto. Ma non volevo cedere, non perchè non me lo sentissi, ma perchè tra i due io ero quello razionale, quello che desiderava essere maturo e fare la cosa giusta, quindi era di vitale importanza chiarire prima di tutto. e adesso? adesso che sei qui... voglio dire, sei fuggito ai controlli? che cosa hai intenzione di fare?. AVeva detto che un giorno,quando si fosse calmata la situazione, sarebbe riapparso a New Orleans per me, ma ora non eravamo a casa, eravamo in una città diversa e c'eravamo incontrati per caso dunque? a che punto della sua vita era adesso?
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98 replies since 15/3/2010
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